Mafia dei pascoli, Calanna: “Nebrodi al bivio. Decidere da che parte stare”

di Salvo Lapietra
16/02/2017

“Il vaso di Pandora è scoperchiato in un’area, i Nebrodi, al bivio con la storia. Bisogna decidere quale strada imboccare”. A scrivere è Francesco Calanna, presidente del Gal Nebrodi Plus e commissario dell’Esa, l’Ente di sviluppo agricolo propritario di migliaia di ettari di terreni in cui i mafiuosi erano abituati a pscolare impunemente. Diciamo erano perché anche Calanna, con i suoi interventi, ha contribuito a fare un po’ di pulizia. Ora lancia quello che potremmo definire un appello. A tutti. Agli amministratori ovviamente ma anche alla classe dirigente dei Nebrodi, agli imprenditori, ai cittadini: è arrivato il tempo di decidere quale strada intraprendere.”Quella dello sviluppo – dice Calanna -, o quella del declino e del tramonto, che ha reso in questi anni, con l’utilizzo dei fondi Europei, il monaco ricco e il convento povero. Lo stato sta dimostrando intelligenza, efficienza e volontà nella lotta a questa forma di criminalità “Raffinata” che sottrae risorse comunitarie, nazionali e regionali, allo sviluppo agro-industriale e zootecnico della nostra terra”.
E poi un riferimento agli ultimi fermi che hanno portato in carcere i presunti capimafia e altri: “L’ultima operazione della Dda di Catania – dice Calanna -, che si è avvalsa dell’ausilio investigativo dei Carabinieri ne è la dimostrazione. Precedentemente Polizia e Guardia di Finanza, parimenti, hanno mostrato quello che oggi è sotto i nostri occhi: La crisi economica che viviamo è anche e sopratutto l’uso distorto delle risorse comunitarie, che anziché creare le pre-condizioni per lo sviluppo sono servite per alimentare circuiti criminali, malavitosi e mafiosi.
E infine: “Le forze sociali, economiche e politiche, sane – dice Calanna -, debbono stare, dalla stessa parte, affianco agli organi dello stato impegnati in questa lotta. Inoltre debbono essere in prima fila nell’individuare, denunciare e ostacolare ogni forma di devianza anche in settori diversi dal comparto agro-industriale e zootecnico per evitare che l’accensione dei riflettori su un comparto metta in ombra altri settori altrettanto interessanti e lucrosi per la criminalità organizzata”.

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