Mafia Tortoriciana, ai domiciliari per furto Sebastiano Galati Massaro
I carabinieri della Compagnia di Sant’Agata di Militello, hanno eseguito un ordine di esecuzione per espiazione di pena detentiva in regime di detenzione domiciliare, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Patti, nei confronti di Sebastiano Galati Massaro di Tortorici, dovendo espiare la pena di anni 1 e mesi 8 di reclusione, poiché riconosciuto colpevole del reato di furto aggravato commesso nel comune di Tortorici il 22 luglio 2009.
L’uomo era in atto sottoposto agli arresti domiciliari, dopo l’arresto, nel giugno 2014, nell’ambito dell’operazione “Affari di Famiglia”, per la quale era stato condannato, in primo grado di giudizio, alla pena di anni 3 e mesi sei di reclusione per il reato di associazione per delinquere finalizzato al traffico di sostanze stupefacenti. L’attività antidroga dei carabinieri, condotta dalla Compagnia santagatese, coordinata dalla DDA di Messina congiuntamente alla Procura della Repubblica di Patti, è riuscita ad infliggere un duro colpo alla malavita tortoriciana, riuscendo a sgominare una ramificata organizzazione criminale, composta da 22 soggetti, con base in Tortorici, votata stabilmente al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, cannabis indica e hashish.
Le indagini furono avviate nel 2011, con le operazioni di intercettazione all’interno del Carcere di Messina – Gazzi, sul conto di Francesco Conti Mica, ritenuto il capo del sodalizio criminale, detenuto per una rapina compiuta a Tortorici ai danni di un’anziana donna. In seguito il contesto di indagine venne ampliato con una serie di ulteriori attività di intercettazione nei confronti degli altri indagati, con l’effettuazione di pedinamenti, di perquisizioni e contestuali sequestri di partite di stupefacenti. In particolare, le indagini consentirono di smascherare una consorteria criminale, chiaramente riconducibile alla famiglia mafiosa di Tortorici, nello specifico la cosca dei” Batanesi”, i cui componenti risultarono avere il controllo diretto di numerose “piazze di spaccio” ramificate sull’intero territorio dei Nebrodi (Rocca di Capri Leone, Tortorici, Capo d’Orlando, Galati Mamertino, Torrenova e Sant’Agata di Militello).