Nel tardo pomeriggio di ieri il Tribunale monocratico di Catania, presieduto dal giudice Buscarino, ha emesso il dispositivo con cui ha assolto la dottoressa Letizia Maria Cavarra e Piazza Brigida e condannato i medici Aiello Rosa, Grasso Carmelo, Leonardi Giuseppe Alfio e Runcio Nunziatina alla pena di mesi 8, con concessione di provvisionale per le parti civile costituite assistite dagli avvocati Antonio Di Francesco e Antonino Cacia. I 6 sanitari erano accusati di condotte negligenti imprudenti e imperite per l’intervento di riparazione valvolare mitralica con metodica di Mitral-clip a causa della cronica insufficienza mitralica cui era affetta la paziente deceduta, la signora Anna Maria Capicotto, 69 anni, di Mistretta
Il medico Grasso nell’aver, nel corso dell’intervento sopra descritto, effettuato in modo errato un cateterismo arterioso per via retrograda transfemorale, incannulando erroneamente l’arteria uterina sinistra (che veniva, in tal modo, danneggiata) c, successivamente, omettendo di monitorare il corretto decorso e posizionamento del catetere; Aiello, Cavarra, Leonardi, Piazza, nell’aver omesso, pur in presenza di una consistente e progressiva riduzione del valore di emoglobina rispetto al valore iniziale e di un quadro clinico coerente con tale riduzione, di predisporre mirati approfondimenti clinici (ed, in particolare, un’angio TC addome) che avrebbero consentito di diagnosticare tempestivamente la lesione iatrogena dell’arteria uterina (provocata dall’intervento di cui sopra) ed evitare, in tal modo l’emorragia che ne derivò; Aiello e Runcio nell’aver omesso, una volta effettuata l’angio TC addome ed eseguita l’embolizzazione dell’arteria al fine di riparare la lesione iatrogena, pur a fronte di valori di pressione arteriosa indicativi della mancata risoluzione della problematica, di disporre immediatamente un’ulteriore angio TC addome e, di conseguenza, di programmare un intervento di isterectomia d’urgenza al fine di eliminare definitivamente la fonte emorragica. Cagionavano per colpa la morte della predetta persona offesa la quale, a causa della suddetta lesione iatrogena dell’arteria uterina sinistra, andava in grave shock emorragico dal quale derivava una sindrome multi organo ed insufficienza respiratoria da distress respiratorio che conduceva al decesso della stessa.
Questi i professionisti che a vario titolo si erano occupati dell’intervento di riparazione valvolare mitralica della paziente erano imputati per aver causato in Cooperazione colposa il decesso della signora Capicotto per l’emorragia scaturita dalla lesione della arteria uterina avvenuta durante la procedura di mitral clip. La donna veniva ricoverata il 24.1.2017 presso il Ferrarotto di Catania ed il successivo giorno 25 veniva sottoposta alla riparazione percutanea della valvola mitralica. L’introduzione avveniva dopo il vano tentativo di accesso femorale destro (avvenuto senza successo) tramite il comparto di sinistra.
Sin da subito nei parenti della paziente si era realizzata la convinzione che l’intervento alla donna non fosse riuscito o che si fossero presentate talune complicanze, atteso il continuo malessere della donna unitamente a calo dell’emoglobina. La situazione degenerava fino a quando dopo l’isterectomia resa necessaria per la severa emorragia, la donna spirava. Dopo l’esame autoptico – disposto in esito alla denuncia dei familiari – si accertava che la causa della emorragia era da attribuire alla lesione iatrogena della arteria uterina. Dopo ben 6 anni di procedimento arriva la pronuncia del giudice di primo grado che accerta la responsabilità dei medici condannati, assistiti dagli avvocati Carmelo Peluso, Antonio Pietro Granata, Anselmi