Milazzo, operazione antidroga: eseguite 11 misure cautelari
È scattata alle prime luci dell’alba l’operazione antidroga denominata “Drug express”, portata a termine dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia di Stato nei confronti di un’associazione a delinquere dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, con base in Milazzo ed operante nella fascia tirrenica della provincia di Messina, con propaggini su Roma.
Le indagini, eseguite dai poliziotti del Commissariato di Milazzo e dai finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Milazzo, sono state coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina. Quattro i soggetti raggiunti dalla misura della custodia cautelare in carcere, mentre altri cinque sono stati posti agli arresti domiciliari e altri due colpiti dall’obbligo di dimora nel comune di residenza.
Le attività d’indagine hanno consentito di documentare tutte le fasi dell’illecito traffico: dai viaggi per gli approvvigionamenti, al pagamento dei fornitori sino alla consegna della droga venduta. Nel dettaglio, in soli 6 mesi effettivi di indagine, si è accertato come l’associazione criminosa, grazie ad un nutrito “portafoglio clienti”, oramai fidelizzato – tanto da avanzare richieste quasi quotidiane di droga, soprattutto cocaina e crack – potesse vantare una presenza capillare ed avesse escogitato numerosi diversivi per non incorrere in sequestri di narcotico, in particolare attraverso il sistema delle consegne cosiddetto “porta a porta”, da qui il nome dell’operazione. In particolare, i componenti della banda passavano presso le abitazioni dei singoli “clienti”, alcuni dei quali già sottoposti alla misura degli arresti domiciliari per altri reati, al fine di raccogliere le richieste e di conseguenza le somme necessarie per l’acquisto delle sostanze, per poi provvedere alla consegna a domicilio.
Le indagini hanno documentato anche l’utilizzo di un linguaggio criptico convenzionale nelle conversazioni, quale il termine “pizza” per indicare le dosi di crack, nonché la frammentazione degli approvvigionamenti di droga in quantitativi minimi, così da minimizzare i rischi ed i costi in ipotesi di eventuali sequestri, ovvero l’utilizzo, quali corrieri, di soggetti giovanissimi ed incensurati.
A capo dell’associazione è stato individuato un tunisino residente a Torregrotta, destinatario di misura cautelare in carcere, sostenuto da un articolato gruppo di pusher italiani, tutti dimoranti nella fascia tirrenica della provincia di Messina.
Il gruppo criminale aveva in progetto anche un attentato contro la caserma della Guardia di Finanza di Milazzo.