Mistretta, anziani “ostaggio” di un’area soggetta a vincolo

di Giuseppe Salerno
30/11/2017

I resti umani venuti alla luce, lo scorso settembre, nello spiazzo Largo Progresso, nell’area adiacente alla chiesa della Santissima Trinità, ai piedi dei ruderi del castello di Mistretta, hanno, inevitabilmente, fatto avviare le procedure per la delimitazione dell’area in cui gli operai, della ditta che si occupa degli scavi per la realizzazione della rete di distribuzione del gas naturale, hanno rinvenuto le rovine della necropoli. Lo spazio, in cui sono stati scoperti resti umani, riconducibili, probabilmente, ad un vecchio cimitero nel XV secolo, da fine settembre è sottoposto a vincolo dalla competente Sezione Archeologica della Soprintendenza Beni Culturali ed Ambientali di Messina.

Molti anziani e qualche disabile che vivono nel quartiere, al di là della piazza, come ha avuto modo di affermare qualcuno di loro, sono rimasti “ostaggio” dell’area vincolata e recintata nel rispetto delle misure di sicurezza, non potendo, per concrete difficoltà legate alla deambulazione in autonomia, essere raggiunti da un autoveicolo. La ditta che sta eseguendo i lavori, nei confronti degli abitanti del quartiere, si è mostrata molto disponibile verso qualsivoglia tipo di esigenza dei residenti. Addirittura, ci raccontava un cittadino, con i loro mezzi di lavoro, si sarebbero messi a disposizione portando la legna, per il riscaldamento, fino all’uscio di casa di chi non avrebbe avuto altro modo per garantirsi l’approvvigionamento. Un sostegno ed un’assistenza importante, pregevole, meritevole di considerazione.

Il problema viabilità, per anziani inabili alla deambulazione, comunque rimane. La problematica, ci racconta la figlia di una coppia di anziani, è stata diverse volte segnalata, dalla sottoscritta, al sindaco del Comune di Mistretta, ma senza alcun riscontro. Nel recente passato, lo scorso 13 novembre, con una nota ufficiale indirizzata al sindaco Liborio Porracciolo, dei consiglieri, appartenenti al gruppo di maggioranza, avevano segnalato i disagi degli abitanti del quartiere San Vincenzo invitando il primo cittadino, con gli estremi dell’urgenza, ad un’immediata definizione della questione, al fine di assicurare la tempestiva e immediata riapertura, per motivi di sicurezza ed emergenza, al transito veicolare.

Stamattina da un accesso agli atti dell’ufficio Tecnico del Comune, fatto e reso noto dal presidente del Consiglio Comunale, Felice Testagrossa, ed i consiglieri Vincenzo Tamburello e Piero Consolato, sollecitato da diversi cittadini disagiati, è emerso – raccontano gli stessi – che relativamente ai lavori che interessano gli scavi nell’area soggetta a vincolo non c’è l’ombra di comunicazione tra la Soprintendenza Beni Culturali ed Ambientali di Messina e l’ufficio tecnico dell’ente Comune. In sede di accertamento, anche lo stesso funzionario comunale che si è immediatamente attivato e fatto carico della problematica rappresentata, avrebbe dichiarato – affermano i consiglieri – di non essere a conoscenza del tipo di attività posta in essere dall’impresa. L’impiegato comunale ed i consiglieri contattano con il funzionario, responsabile dei lavori, della Soprintendenza che dichiara di non essere mai stata informata da nessuno di questo problema ed assicura un tempestivo intervento. Appresa la notizia ci siamo, all’istante, messi in moto per verificane l’attendibilità.

Dalla Soprintendenza Beni Culturali ed Ambientali di Messina, per bocca della dottoressa Gabriella Tigano, dirigente responsabile  della Sezione Archeologica, apprendiamo che mai nessuno aveva rappresentato la problematica per la quale, da questo momento, la Sopraintendenza si sarebbe immediatamente fatta carico invitando la direzione ai lavori, nel più breve tempo possibile, ad adoperarsi per garantire un passaggio veicolare al fine di limitare i disagi ai residenti.

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