E’ scoppiato il caos stamattina al Servizio vaccinazioni del Distretto Sanitario dell’Asp, a Mistretta, dove parecchi genitori si erano recati per far immunizzare i propri figli nell’ambito delle vaccinazioni obbligatorie previste dalla legge. Nonostante a ciascuno degli astanti fosse stato dato appuntamento per la somministrazione del vaccino, nel rispetto degli obblighi vaccinali che diventato un requisito anche per l’ammissione all’asilo nido e alle scuole dell’infanzia, al Dipartimento di prevenzione non c’era un medico disponibile al quale, per legge, viene deputata la supervisione. L’assenza di un medico, che possa raccogliere il consenso informato, valutare lo stato di salute del paziente e gestire in maniera pronta eventuali effetti collaterali, fa saltare la somministrazione e andare su tutte le furie diversi genitori i quali non sono stati informati, anticipatamente, che non ci fosse il medico al servizio di prevenzione. Servizio che dallo scorso Agosto, da quando è andato in pensione il dott. Santangelo, annaspa. Non parliamo solo di vaccini, ma anche delle altre attività di competenza del Dipartimento. Attività come Polizia mortuaria, controlli sanitari sull’abitato, rapporti con le Istituzioni per la concessione di autorizzazioni (pubblici spettacoli), pareri edilizi ASP, medicina scolastica, epidemiologia… Dal fronte ASP nessuna risposta. Bocche cucite. L’impressione è che non sanno che pesci prendere. I disagi e i disservizi, di cui soffre Mistretta e il territorio, quotidianamente aumentano e sono da imputare alla disaffezione e miopia della politica che ha considerato la sanità pubblica solo come voce di spesa e non come risorsa per i cittadini, tradendo il senso e il contenuto di quell’articolo 32 della Costituzione che prevede un’assistenza globale e gratuita per tutti. Ogni giorno non facciamo che assistere all’incapacità di organizzazione nel settore pubblico, con una serie di gravi inadempienze che, via via, portano ad una crisi complessa con sempre più nodi da risolvere e nessuna volontà di farlo, nonostante la grande propaganda dell’Amministrazione regionale che mette in agenda la sanità pubblica.