Mistretta, Natale in spregio delle norme anti Covid: chiusa indagine
Si è conclusa con tre contravvenzioni e 196 verbali (di cui al momento ne risultano pagati 172) per oltre 70 mila euro riscossi, l’indagine, condotta dal Comando Compagnia Carabinieri di Mistretta, sovrainteso dal capitano Francesco Marino, che ha visto impegnati gli uomini del Nucleo Operativo, agli ordini del luogotenente Graziano Curci, nell’identificazione dei soggetti che la sera del 25 dicembre scorso, in occasione delle festività natalizie, tra le ore 19 e le 4 del mattino seguente, violando le prescrizioni imposte dall’Autorità sanitarie, in riferimento alle norme anti Covid, originavano un esagerato assembramento in un bar del centro cittadino.
La vicenda era finita alla ribalta della cronaca nazionale, suscitando un inaspettato clamore per quando emerso dai diversi video, postati sui social, dove al centro della scena tra gli animatori veniva riconosciuto un carabiniere in servizio alla Stazione della locale Compagnia. Proprio il coinvolgimento del giovane militare, libero dal servizio, ha attirato l’attenzione dei media che hanno acceso i riflettori sulla funzione del carabiniere in questione che, in quel frangente, avrebbe dovuto esercitare il ruolo di controllore e non certamente quello di trasgressore, ripreso mentre ballava su un tavolo insieme ad alcuni amici, senza mascherina.
Se su quel tavolo ci fosse salita un’altra persona, invece del giovane carabiniere (che in seguito alla vicenda è stato immediatamente trasferito per volere dei vertici dell’Arma) la serata di Natale in questione, all’insegna del divertimento e della “trasgressione” non avrebbe destato nessuno scandalo, come non l’hanno destato le serate, pre e post natalizie, in tutti i centri della provincia di Messina (e non solo) dove giovani si sono ritrovati a ballare, cantare, bevendo qualche drink nel periodo delle festività più attese e importanti dell’anno. Giovani che, contrariamente ai coetanei di Mistretta, non sono notati né multati da nessuno. Eppure anche loro violavano le prescrizioni imposte dall’Autorità sanitarie, in riferimento alle norme anti Covid.