Sono iniziati i lavori di colmatura del sito archeologico di Largo Progresso, nella piazza antistante la Chiesa di San Vincenzo a Mistretta e l’area, che verrà ripavimentata, restituita alla libera fruizione dei cittadini. Interventi di riempimento disposti dal Comune di Mistretta amministrato dai Commissari prefettizi, dopo l’intesa raggiunta con la Sovraintendenza dei beni culturali di Messina, sezione archeologica.
Dopo circa 4 anni dal ritrovamento, non riuscendo a reperire somme da stanziare per la realizzazione di lavori per la valorizzazione degli scavi, Comune e Sovrintendenza dispongono la colmatura del fossato che, così com’era stato lasciato, tanti disagi aveva creato ai residenti del quartiere. Insieme agli scavi si chiude, per il momento, la questione relativa al progetto redatto a titolo gratuito dall’architetto Angelo Pettineo, il quale, coadiuvato dal geologo Luigi Marinaro e dal geometra Salvatore Cicala, aveva lavorato alla stesura dettagliata di un piano di lavoro che avrebbe consentito di preservare il prezioso rinvenimento e dunque la fruizione e la valorizzazione di quella che, secondo gli esperti, sono i resti una città greco-romana e, in particolare, di un edificio che dalle mura sembra avere tutte le caratteristiche di una villa urbana risalente al terzo secolo avanti Cristo.
Uno straordinario progetto di cui si parlò tanto, ma per il quale non fu mai trovato un finanziamento per la realizzazione dell’opera. Contrariamente a quanto venne propagandato dalla passata Amministrazione comunale che, anche a mezzo stampa, arrivò ad annunciare un’immediata esecuzione dei lavori di valorizzazione del sito archeologico per il quale erano state trovate circa 100 mila euro.
Una storia completamente inventata, che questo giornale ebbe modo di smascherare, la quale – secondo ideatori e divulgatori della fesseria – avrebbe dovuto reggersi su una determina dirigenziale, dell’Ufficio Tecnico del Comune amastratino, che trattava la stesura della progettazione preliminare per l’avvio della progettazione esecutiva per l’importo di 99 mila 258,63 euro.
Una determina priva del parere di regolarità contabile che ne attestasse la copertura, e quindi l’impegno per lo stanziamento delle somme necessarie per la realizzazione dell’opera. Una proposta che, in se, avrebbe costituito solo il primo passo dell’atto amministrativo, ma che veniva esibita come documento e prova inconfutabile che avrebbe permesso di dare il via all’inizio imminente dei lavori di valorizzazione, esaltando un inesistente operato dell’Amministrazione e creando false aspettative nei cittadini.