Mistretta, “stranezze all’USCA”: la denuncia di una cittadina

Una cittadina di Mistretta ha scritto al nostro giornale per raccontare quanto le è capitato all’USCA di Mistretta dove si era recata nell’odierna mattinata per sottoporsi a tampone antigenico rapido, per il fine isolamento. L’utente (di cui per ragioni di privacy preferiamo mantenere l’anonimato) esprime perplessità sulle procedure adottate dal personale sanitario preposto.

“Sono una cittadina di Mistretta, vaccinata con terza dose. Stamattina mi recavo presso la sede dell’Usca di Mistretta, poiché trascorsi 7 giorni da primo tampone positivo al covid-19, sono stata contattata dall’Usca per eseguire il tampone di fine isolamento.

Avrei preferito fare il tampone nel pomeriggio, per comodità, presso un laboratorio abilitato, così come avevo già fatto quando fui dichiarata positiva, ma mi veniva spiegato che la provincia di Messina, ahimè, è l’unica provincia d’Italia in cui si può fare un tampone di inizio isolamento per positività al covid in qualsiasi farmacia o laboratorio privato, ma il tampone di fine isolamento o di guarigione può essere eseguito solo ed esclusivamente dalle Usca. Strano ma vero!!!

Di talché’ mi recavo presso la sede dell’Usca di Mistretta ed ero sul luogo alle ore 11,05. Ero l’unica utente in attesa del tampone. Immediatamente, l’operatrice addetta ai tamponi, procede a farmi il prelievo. Erano le ore 11,10 esatte. Decido di attendere l’esito  all’interno della mia auto, presso il cortile della sede, non recando fastidio o intralcio a nessuno essendo l’unica persona presente. Il medico di turno esce dalla sede ed in maniera sgarbata mi dice che posso andare via e che l’esito mi sarebbe stato comunicato.

Gentilmente le dico che preferivo attendere i 15 minuti occorrenti per conoscere l’esito in via informale. La dottoressa, in modo sempre più irriverente e irrispettoso, mi comunica che la mia attesa sarebbe stata inutile dal momento che non avrebbe atteso nemmeno lei l’esito del tampone, poiché doveva recarsi a fare una visita domiciliare. Io obietto, dicendole che avrebbe comunque dovuto processare prima il mio tampone rapido, poiché è ormai risaputo che dopo 15 minuti il risultato del tampone diventa inattendibile. Lei continua a caricare l’automobile per andare via.

Successivamente io mi avvicinavo all’automobile per capire chi avrebbe esitato il mio tampone e soprattutto quando sarebbe stato esitato poiché erano le ore 11, 24 e  mancavano meno di due minuti per poter leggere il risultato. E inoltre, le chiedevo chi avrebbe letto l’esito dal momento che che lei era l’unico medico in servizio e stava lasciando la struttura prima dei 15 minuti necessari alla validazione del tampone. Mi risponde l’operatrice che mi aveva fatto il tampone e che insieme alla dottoressa si stava recando a fare la visita domiciliare e mi dice che il mio tampone non era pronto, che all’interno della sede era presente una collega e infine che c’era bisogno di molto tempo per incrociare i dati . I dati di chi se io ero l’unica persona in attesa??!! All’interno della sede era in effetti presente una signora con la qualifica di personale amministrativo la quale mi riferiva che non era abilitata a leggere il tampone.

A questo punto mi faccio e pongo anche a voi alcune legittime domande in merito a questa storia: 1- Posto che dopo 15 minuti il tampone rapido viene definito inattendibile,  com’è possibile che il medico preposto ad esitare il tampone si allontani prima di processare il tampone appena eseguito? Mancavano solamente pochi minuti per poter dare lettura al tampone. 2- Chi processera’ e darà lettura al mio tampone dato che all’interno della struttura è rimasta solo una persona “amministrativa” non autorizzata? 3- Quando sarà data lettura al mio tampone, dopo l’espletamento della visita domiciliare? 4- Ma in tal caso, trascorrendo ovviamente  molto più di 15 minuti, il tampone non dovrebbe essere inattendibile??”.

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Redazione