Nebrodi 2, scarcerato dal Tribunale del Riesame torna agli arresti domiciliari
La settimana scorsa, la Polizia di Stato e la Guardia di Finanza di Messina hanno dato esecuzione a due misure cautelari, una personale ed una reale, emesse dal GIP del Tribunale in sede, su conforme richiesta di questa Procura Distrettuale antimafia.
Le misure eseguite si inquadrano nell’ambito delle più recenti indagini condotte, congiuntamente, dalla Squadra
Mobile, dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria e dai Carabinieri del ROS di Messina, coordinate dalla
Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di soggetti ritenuti capi e gregari dell’associazione di tipo
mafioso, operante nella fascia tirrenica della provincia di Messina, cosiddetta “famiglia tortoriciana” (articolata nelle
due consorterie criminali dei “Batanesi” e dei “Bontempo Scavo”), finalizzata al condizionamento del territorio
sia attraverso la commissione di svariati delitti di estorsione in danno di imprenditori, di truffe aggravate in
danno dell’Unione Europea e dell’AGEA; sia attraverso il controllo di attività economico imprenditoriali, di
concessioni e autorizzazioni, con conseguente realizzazione di profitti e vantaggi illeciti.
Antonino Calabrese, 71 anni, originario di San Fratello, destinatario del provvedimento restrittivo era già stato arrestato il 6 febbraio scorso, in esecuzione di un’Ordinanza di applicazione di misure cautelari e reali a carico di 37 indagati; il Tribunale del Riesame di Messina, con Ordinanza del 21 febbraio 2024, tuttavia, aveva accolto l’istanza presentata dai legali dell’imputato, Nino Cacia e Alessandro Pruiti annullando così l’ordinanza con cui il gip Eugenio Fiorentino aveva disposto arresto per associazione mafiosa, disponendo la scarcerazione, avendo ritenuto che l’ordinanza impugnata non fosse sorretta da un’adeguata motivazione circa la eccezionale rilevanza delle esigenze cautelari ipotizzate a suo carico, trattandosi di indagato ultrasettantenne. Il successivo 10 aprile, su conforme richiesta della Procura, Direzione Distrettuale Antimafia, il G.I.P. del Tribunale in sede ha emesso nei suoi confronti l’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, ritenendo che le motivazioni, già poste a sostegno dell’originario provvedimento cautelare, potessero fondare la giustificazione di una misura meno afflittiva. L’imputato verrà riascoltato domattina, martedì 16 aprile, dal G.I.P. Eugenio Fiorentino
Inoltre, i Finanzieri hanno dato esecuzione al sequestro preventivo di n. 93 titoli “tossici” di conduzione, del valore complessivo pari ad € 18.534,92, reimpiegati da un’impresa facente capo a Rosario Iuculano, 63 anni, l’imprenditore accusato di aver messo a disposizione i suoi terreni per fare piantagioni di marijuana – già destinatario della misura della sospensione dall’esercizio di attività imprenditoriali eseguita il 6 febbraio 2024 – in attuazione dell’ordinanza di applicazione di misura cautelare reale emessa, dal Tribunale di Messina, in data 8.04.2024. Il Tribunale del riesame presieduto dal dott Massimiliano Micali accogliendo il ricorso dall’avvocato Salvatore Silvestro, lo scorso febbraio, ha rimesso in libertà l’imprenditore
Quanto sopra, ai fini dell’esercizio del diritto di cronaca, costituzionalmente garantito e nel rispetto dei diritti dell’indagato, che, in considerazione dell’attuale fase delle indagini preliminari, è da presumersi innocente fino alla sentenza irrevocabile che ne accerti le responsabilità e con la precisazione il giudizio, che si svolgerà in contradditorio con le parti e le difese davanti al giudice terzo ed imparziale, potrà concludersi anche con la prova dell’assenza di ogni forma di responsabilità in capo all’indagato.