Nebrodi e mafia affascinano al “Zocca giovani”, vince il romanzo di Apollonio

di Giuseppe Salerno
22/08/2022

Il riconoscimento importante e prestigioso “Zocca giovani” promosso dal Comune di Zocca (Modena), dedicato ai giovani autori con l’obiettivo di valorizzare i talenti, ma soprattutto diffondere la lettura, in particolare tra le nuove generazioni, lo vince il sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Patti Andrea Apollonio,  con un romanzo ambientato sui Nebrodi.

Il dottor Apollonio, con “I pascoli di carta” (Rubbettino), il 28 agosto verrà proclamato vincitore della XVI edizione dell’ illustre vetrina della letteratura contemporanea, arrivata alla 16^ edizione. Il romanzo, del magistrato trentacinquenne è stato finalista anche del noto premio “Racalmare – Leonardo Sciascia”. I fili narrativi del racconto prendono spunto dalla mafia dei pascoli siciliana nella cornice nebroidea-tirrenica.

Ad Alzapietra, un paese dell’entroterra siciliano arrampicato sui monti Nebrodi, una ditta sta curando la manutenzione di alcune pareti rocciose che rischiano di franare sull’abitato. Ad una richiesta estorsiva in stile mafioso segue un duplice omicidio: tra i cadaveri, il direttore dei lavori che non si era sottomesso al ricatto, sfregiato da un colpo di lupara in faccia. Tutto appare una logica concatenazione di eventi, come tante altre volte è già tragicamente accaduto in Sicilia nel campo dell’edilizia e del commercio. Ben presto emergerà invece, dietro la facciata delle cose, l’interesse bramoso per i terreni comunali da pascolo: appezzamenti da prendere in affitto e trasformare in miniere d’oro, grazie ai fondi comunitari erogati senza alcun controllo. A dirigere le indagini il sostituto procuratore di Pasicò, Salvatori, alla sua prima esperienza giudiziaria, da soli quattro mesi sull’Isola. Una storia dalla meccanica investigativa serrata e complessa, che arriva a svelare la misteriosa essenza della nebroidea “mafia dei pascoli”: le infiltrazioni nella borghesia regionale, i collegamenti con Cosa Nostra, gli attentati agli uomini dello Stato. Una storia che, al contempo, rivela chi siano oggi i veri “padrini” siciliani, accantonate la lupara e la coppola, la violenza e le stragi.

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