Nella Basilica di San Pietro torna a splendere la Pietà di Michelangelo

di Redazione
29/11/2024

CITTA’ DEL VATICANO (ITALPRESS) – Nell’ambito dei lavori della Fabbrica di San Pietro per il Giubileo del 2025, è stata sostituita la vetrata della Cappella che ospita la Pietà di Michelangelo. La vetrata precedente fu realizzata nel 1973 per proteggere l’opera che era stata danneggiata a colpi di martello da uno sconsiderato il 21 maggio 1972. La nuova protezione è formata da un diaframma dotato di un sistema di ancoraggio ad alta tecnologia, costituito da 9 vetri antisfondamento e antiproiettile, di altissima qualità e massima trasparenza, progettata da un team di esperti italiani dopo approfonditi studi.
L’intervento di sostituzione, durato poco meno di sei mesi, è stato finalizzato a restituire alla devozione dei pellegrini e visitatori la migliore visibilità dell’icona mariana, di cui viene migliorato anche il sistema di sicurezza. Rimosso il cantiere, il gruppo scultoreo è nuovamente fruibile e visibile in tutto il suo splendore.
“In un contesto geopolitico mondiale oggi estremamente delicato” – ha dichiarato il cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica e presidente della Fabbrica di San Pietro – “viene restituita ai fedeli la possibilità di contemplare la Madre che porge all’umanità il Figlio di Dio, deposto dalla Croce e vivo per la potenza della Risurrezione.
L’offerta della Vergine apre la via per la riconciliazione dei cuori e la costruzione di percorsi di fraternità e di pace”.
L’intervento di sostituzione della vetrata, a cinquant’anni dalla sua installazione, si era reso necessario per una questione estetica – legata alla naturale opacizzazione del materiale – ma anche statica.
“Il progetto ha previsto non solo l’impiego di lastre di maggior trasparenza, ma meccanicamente anche più prestanti” – spiega l’ingegnere Alberto Capitanucci, responsabile dell’area tecnica della Fabbrica di San Pietro. “Lo spessore adottato è di 24,5 millimetri contro i 19 dell’impianto originario (11 millimetri per la parte alta). Le lastre non sono semplicemente stratificate, ma anche indurite termicamente. La resistenza agli attacchi manuali arriva fino a sostenere 26 colpi martello/ascia (valore prossimo a P6B secondo la norma EN 356) e la resistenza ai proiettili supera il livello BR2/S (norma EN 1063), ovvero è in grado di sostenere l’attacco di pistole calibro 9”.
In termini complessivi, la vetrata, intesa come complesso delle lastre in vetro e degli elementi strutturali in acciaio che la integrano, per una superficie di circa 50 metri quadrati e un peso totale di 3400 chilogrammi, è stata progettata per sostenere azioni ambientali importanti, quali pressioni e depressioni agenti sull’intera superficie, sisma e spinta della folla sul parapetto con più che ampi margini di sicurezza.
«La dimensione massima delle lastre impiegate passa dai circa 2,5 metri di larghezza per 3,5 di altezza dell’impianto originario, ai 3,1 metri di larghezza per quasi 6 di altezza della nuova soluzione, con un incremento della superficie di vista “libera” di oltre il 100%, e si passa quindi dall’impiego di 12 lastre all’impiego di sole 9 lastre» aggiunge Capitanucci.
Inoltre, sostituendo i precedenti ritegni intermedi a mensola disposti trasversalmente al piano del diaframma con cavetterie in acciaio disposte in corrispondenza dei giunti verticali delle lastre, si è ulteriormente ridotto l’impegno fisico del diaframma e coniugata una maggior visibilità con una maggiore sicurezza.
Sempre in questa ottica, sono stati sostituiti tutti i vetri della grande finestra ad arco presente sulla parete alle spalle della Pietà con nuovi componenti meccanicamente più prestanti e, soprattutto, in grado di filtrare la luce ed evitare riflessi sul diaframma.
Il progetto è stato ideato, realizzato e sostenuto grazie alle donazioni di un gruppo di imprenditori piemontesi e professionisti del settore. Tra questi Banca Sella – Sanlorenzo Spa, Brenntag Spa e Inalpi Spa, Costruzioni Generali Gilardi Spa e MdM Srl – Studio Miroglio e Lupica architetti associati, Romoli Venturi & partners, in collaborazione con Oxlip, Sagep Editori, Magon Sistemi Spa, Mollo Noleggio e con il patrocinio di Confindustria Piemonte.
La luce è l’elemento su cui si basa questo intervento. Il gruppo scultoreo della Pietà e l’intera Cappella sono stati stata dotati di un nuovo e moderno impianto di illuminazione, completamente rinnovato con tecnologie e componenti di ultima generazione. E’ ancora l’azienda italiana iGuzzini, che già nel 2017 propose e realizzò l’impianto fino ad oggi esistente, ad aver donato i corpi illuminanti, dal design non invasivo, installati dopo accurati studi dell’illuminazione di spazi ed ambienti.
Grazie ai ponteggi montati per l’installazione della grande vetrata, la Fabbrica di San Pietro ha potuto eseguire una serie interventi di consolidamento e restauro sulle superfici affrescate della Cappella della Pietà (tra le pochissime presenti in Basilica), opera del pittore Giovanni Lanfranco eseguita tra il 1629 e il 1632. Si è inoltre provveduto a mettere in sicurezza la vetrata centinata posta sul fondo della medesima cappella.
L’esaltazione della Croce e del suo potere salvifico è il motivo centrale dell’intero ciclo decorativo della Cappella della Pietà, dedicata fino alla metà del XVIII secolo al Crocifisso, poichè qui era conservato un crocifisso ligneo, ora collocato nella Cappella del Santissimo Sacramento.
Sulla volta si possono ammirare gli unici affreschi della basilica vaticana. Vennero eseguiti da Giovanni Lanfranco (1582-1647) tra il 1629 e il 1632. Tutta la volta è decorata con episodi della Passione di Cristo e con al centro l’esaltazione della Santa Croce, tra un turbinio di angeli; alla raffigurazione centrale si affiancano riquadri pittorici con episodi della Passione di Cristo, rappresentati con vivo realismo. Il gruppo marmoreo della Madre Addolorata che nella sua casta giovinezza sostiene pietosamente il Figlio morto in grembo, venne scolpito da Michelangelo Buonarroti nel 1498-99, all’età di ventitrè anni, per la tomba del cardinale Jean de Bilhères-Lagraulas, che all’epoca si trovava nella cappella di Santa Petronilla, a fianco dell’antica basilica.
Sulla bandella che scende dalla spalla della Vergine si legge: “michael agelvs bonarotvs florent facieba” (Michelangelo Bonarroti fiorentino faceva): unica opera firmata dall’artista. Il 3 dicembre 1749 la statua venne collocata davanti a un crocifisso marmoreo sopra l’altare di questa cappella, dove è sempre rimasta esposta alla devozione dei fedeli, eccezion fatta per alcuni mesi del 1964-1965, quando – fatto unico e irripetibile – varcò l’Oceano per l’esposizione mondiale di New York. Il 21 maggio 1972, a seguito del folle attentato che danneggiò il braccio sinistro e il volto della Vergine, la statua sapientemente restaurata venne protetta dalla grande vetrata, oggi sostituita.
-foto ufficio stampa Fabbrica di S.Pietro in Vaticano-
(ITALPRESS).