Ospedale di Sant’Agata, a chi serve la convenzione ASP – Giglio?

Si è tanto parlato, e si continua a parlare, della convenzione tra l’Ospedale di Sant’Agata e Fondazione Giglio di Cefalù, quell’accordo di collaborazione tra le due Aziende, sottoscritto per l’erogazione, da parte del Giglio, di alcune prestazioni sanitarie nell’ospedale di Sant’Agata Militello.

L’intensa è stata presentata nel corso di un incontro tenutosi lo scorso luglio al municipio di Sant’Agata. Un incontro promosso dal sindaco Bruno Mancuso, al quale sono stati invitati a partecipare i sindaci del Distretto sanitario D 31, alla presenza del presidente della Fondazione Giglio Giovanni Albano, del direttore sanitario dell’Asp di Messina Domenico Sindoni, del direttore sanitario dell’ospedale di Sant’Agata Militello, Antonino Giallanza e del deputato regionale Bernardette Grasso. Proprio quest’ultima in quell’occasione ebbe modo di affermare: “…qui abbiamo bisogno di due cose dell’emergenza e dell’eccellenza”.

Siamo nelle fasi iniziali, la partnership ASP – Giglio è nata da troppo poco tempo, è ancora presto per parlare di risultati e quindi di quell’“eccellenza” con cui tanti – non solo la Grasso – si riempiono la bocca. Ma in attesa di capire cosa sia davvero “l’eccellenza” sanitaria a Sant’Agata di Militello, come riconoscerla senza essere fuorviati da quanto è stato pubblicizzato con il lancio della convenzione, che ha lasciato intendere ai cittadini che l’ospedale santagatese avrebbe avuto un servizio di ortopedia, di urologia, un’offerta di prestazioni ancora più ampia con chirurgia generale, ginecologia e oculistica, ecc…ecc… ci limitiamo ad analizzare, con criteri oggettivi, ciò che accade nell’ordinario, permettendo all’utenza di formulare un giudizio sul funzionamento dell’ospedale.

Abbiamo raccolto diverse testimonianze, esperienze personali di pazienti e operatori del settore e siamo arrivati alla conclusione che all’utenza del comprensorio santagatese dell’”eccellenza”, in questo preciso momento, non interessa niente. O meglio, ai cittadini del territorio nebroideo, che si rivolgono all’ospedale di Sant’Agata di Militello, in primis,  interessa un’adeguata e dignitosa assistenza sanitaria. Quella che il nosocomio santagatese, al momento, non riesce più a garantire. I pazienti vogliono risposte essenziali, un’assistenza ospedaliera soddisfacente dove si affronta una patologia minore con tutte le modalità di correttezza e competenza e non solo una sanità dove si esegue l’intervento complesso e complicato.

Qualche giorno addietro un utente, un ragazzo di Rocca di Capri Leone, si reca al pronto soccorso di Sant’Agata di Militello, a seguito di un trauma al polso. Preso in carico dai sanitari del P.S. il giovane viene sottoposto ad esami diagnostici è accertata allo stesso una frattura scomposta all’articolazione. Il medico in servizio al Pronto Soccorso santagatese, considerato che in ospedale era presente un ortopedico a copertura del servizio di ortopedia previsto in convenzione, chiede allo stesso una consulenza specialistica. Consulenza che viene negata poiché, pare, non prevista dalla convenzione ASP – Giglio.

Gli ortopedici del Giglio, o del Buccheri La Ferla al quale la Fondazione di Cefalù ha affidato le prestazioni sanitarie di chirurgia ortopedica,  utilizzano le sale operatorie per operare, per lo più – ci dicono – pazienti in lista di attesa a Cefalù, e i medici specialisti che rimangono nella struttura pubblica, in pronta disponibilità, lo fanno per assistere solo ed esclusivamente i pazienti operati,  non quelli che arrivano in urgenza in Pronto Soccorso. Quelli che arrivano al Pronto Soccorso dovrebbero usufruire della consulenza dell’UO di ortopedia dell’ospedale di Milazzo. In teoria. In pratica, con la chiusura del reparto di ortopedia di Sant’Agata di Militello, l’unità operativa di Milazzo, che non è stata minimamente potenziata, non riesce a far fronte ai numeri e alle esigenze dell’utenza che per le cure ortopediche faceva riferimento all’ospedale di Sant’Agata. A questo punto la gente si chiede: a chi serve e a che serve la convenzione ASP – Giglio? Che servizio rende ai cittadini del territorio “l’ortopedia in convenzione”, o le altre specialistiche, che fruiscono della struttura ospedaliera pubblica di Sant’Agata?

Il paziente con il polso fratturato rimane due giorni senza essere visitato da nessuno. Dopo due giorni, con la frattura scomposta, viene portato all’ospedale Papardo di Messina dove vengono riallineati i frammenti per ricostituire un’anatomia dell’osso normale, per ridurre al minimo il dolore e le complicanze legate ad una guarigione scorretta, in attesa di essere operato. Questa, in ordine di tempo, è l’ultima testimonianza che abbiamo raccolto. L’ultimo fatto di cronaca che documenta come l’accordo ASP – Giglio, giova solo a qualcuno. E questo qualcuno non sono certo i cittadini che reclamano un dignitoso servizio di assistenza sanitaria.

“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti” (art.32 Costituzione Repubblica Italiana). La domanda che poniamo  noi a chi in questo specifico territorio ha potere decisionale in ambito sanitario è questa: si può tutelare questo diritto promuovendo modelli “eccellenti” tralasciando l’assistenza base, l’ordinario, le urgenze che arrivano in quel poco che rimane di sanità pubblica?

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Pubblicato da
Giuseppe Salerno