“Ottantotto anni”, il libro che celebra la figura di Vittorio Ducrot

PALERMO (ITALPRESS) – “Era un viaggiatore, un imprenditore, un uomo molto originale, un artista, una persona molto eclettica che in qualche maniera ha ereditato questo spirito di famiglia ben rappresentato dai Cantieri culturali della Zisa”. Con queste parole Enrico Ducrot, Ceo di Viaggi dell’Elefante, celebra la figura del padre Vittorio in occasione della presentazione del suo libro Ottantotto anni, tenutasi proprio ai Cantieri alla presenza del giornalista Virman Cusenza, del sindaco di Palermo Roberto Lagalla, del vicesindaco Giampiero Cannella e dell’assessore all’Urbanistica Maurizio Carta.
Vittorio Ducrot, nato nel 1933 e scomparso nel 2022, aveva ricevuto lo stesso nome del nonno: quest’ultimo aveva legato la sua storia a quella di Palermo e i Cantieri culturali alla Zisa sono intitolati proprio a lui. Ottantotto anni si presenta proprio come un segno della continuità tra le passioni del nonno e quelle del nipote: tra queste c’è il viaggio, che nel 1974 ha portato Vittorio Ducrot ‘junior’ a fondare Viaggi dell’Elefante, storico tour operator specializzato nel turismo di alta gamma: oggi a occupare un ruolo di primo piano nell’azienda, che ha da poco festeggiato i cinquant’anni, è Enrico, il quale sottolinea come “le sue memorie, che presentiamo oggi, fanno da ponte tra la storia del mio bisnonno e il ricordo di una straordinaria ascesa, dello sviluppo e della decadenza di un mondo che oggi cerchiamo di riportare alla nostra mente. L’eredità più importante di mio padre è lo spirito imprenditoriale e una visione ampia delle cose”.
Il libro viene definito da Enrico Ducrot come “un catalogo di viaggi: papà comincia a viaggiare a un anno e mezzo sul transatlantico Rex e questo spirito lo accompagna per tutto il libro in un modo non esplicito, ma comunque rappresentato con grande forza. Oggi è sempre più raro trovare opere di imprenditori che raccontano il proprio percorso e questo rende Ottantotto anni ancora più interessante”.
Il Ceo di Viaggi dell’Elefante dedica poi una riflessione al legame tra i due Vittorio: “Tra mio padre e il mio bisnonno c’era un rapporto strettissimo e le loro passioni sono state poi tramandate a noi nipoti: parlo della botanica, dei libri, delle collezioni, della ceramica, della pittura. Per noi l’arte non è solo un elemento industriale, ma una necessità di collezionare opere per poterle interiorizzare al meglio”.
Per Lagalla Ottantotto anni si presenta come “non un racconto di viaggi o avventure, ma un libro che fa luce su una grande famiglia italiana che mantiene piena contezza del ruolo che la borghesia deve svolgere in termini di utilità pubblica, sociale e culturale. E’ una straordinaria esperienza rievocativa per il nostro paese e un’impronta da valorizzare nella nostra città: la nostra amministrazione, dal canto suo, sta lavorando per cancellare lo scempio del sacco di Palermo, attraverso azioni come ad esempio la riqualificazione della costa sud, che restituirebbe ai cittadini un pezzo importante del loro mare riconciliandoli con la loro storia”.
Cannella celebra il ruolo della famiglia Ducrot, ricordando come “sono arrivati qui per caso e sono diventati elementi del codice genetico di questa città: il loro contributo all’arte, alla costruzione e alla cultura è enorme e si è tramandato da nonno a nipote. Quest’opera completa la conoscenza di una famiglia che ha dato moltissimo alla nostra città e certamente merita un’attenzione particolare: la nostra cultura non può essere svincolata dalla nostra storia e tradizione”.
Nel tracciare un profilo del libro, Carta evidenzia come “non siamo di fronte a un memoriale di viaggio o a un’autobiografia, ma a un’opera che narra le diverse storie di questa città mettendo insieme il racconto dell’antropologo ed elementi di quotidianità. La Palermo di oggi viene percepita anche attraverso libri come questo, in cui ogni singolo luogo rivela caratteristiche e linguaggi diversi: i viaggi di Ducrot non sono solo per una cerchia di privilegiati, ma anche da chi faceva sacrifici per poterseli permettere e questo è segno di grande lungimiranza”.

– Foto: xd8/Italpress
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