Trecentomila euro di arretrati e un aumento a regime da 90 mila euro l’anno. È quanto concesso con una legge regionale del 2018 a 15 dipendenti del Parco dei Nebrodi che hanno ottenuto benefici giuridici ed economici che sarebbero a una prima stima superiori al personale della Regione siciliana.
“Questo è avvenuto tramite un provvedimento dubbio e che potrebbe essere nullo anche perché non sottoposto a un controllo degli organi competenti”. È quanto sostiene il sindacato Sadirs per voce di Fulvio Pantano e Carmelo Raineri in una nota indirizzata al dirigente generale del dipartimento Territorio, ai dirigenti dei servizi competenti al controllo, all’assessore al Territorio, al dirigente della Funzione pubblica, al presidente dell’Aran e all’Ufficio legislativo e legale.
“Quello che preme verificare al Sadirs – spiega il sindacato – è se al personale vengano garantiti benefici giuridici ed economici in violazione del disposto normativo vigente che prevede che i dipendenti dei parchi non possano avere trattamento giuridico ed economico per legge superiore a quello dei dipendenti regionali. Non si comprende come ad oggi, il tutto stia avvenendo senza un minino di controllo, atteso che, a quanto pare, sugli inquadramenti negli enti, l’Ufficio legale ha prodotto almeno due pareri”.
Tutto questo avviene mentre il dipartimento del Territorio non ha riconosciuto al personale del Corpo di vigilanza il trattamento giuridico del personale del Corpo forestale anche se equiparato per legge. “Se i nostri dubbi si concretizzano – conclude il Sadirs – gli stessi diritti giuridici ed economici devono essere riconosciuti a tutti i dipendenti regionali a partire dalle categorie A e B, fino al personale delle categorie C e D, che non hanno goduto di arretrati contrattuali di tale portata né tantomeno di progressioni verticali”.