Parco dei Nebrodi, retromarcia di Musumeci: salta la nomina di Barbuzza
Domenico Barbuzza doveva guidare il Parco dei Nebrodi ma il governo regionale, guidato da Nello Musumeci, ha deciso di fare marcia indietro ritirando le nomine di tutti e quattro i nuovi presidenti dei parchi regionali siciliani.
Oltre a Barbuzza non saranno presidenti Carlo Caputo al Parco dell’Etna, Mauro Antonio Scaccianoce a quello dell’Alcantara e Angelo Merlino a quello delle Madonie.
Oggi era prevista, in Commissione Affari istituzionali all’Ars, la verifica di questi requisiti dei professionisti scelti da Musumeci e dall’assessore Toto Cordaro, ma il governatore ha inviato una lettera alla commissione segnalando di aver ritirato le nomine e annullando così la verifica.
Barbuzza (nella foto) commercialista di Sant’Agata di Militello, molto vicino all’assessore regionale Bernadette Grasso, berlusconiano di ferro, è consigliere comunale di Forza Italia proprio nel comune nebroideo.
“Sulle nomine dei vertici degli Enti Parco il governo Musumeci è andato in tilt” – commentano il capogruppo PD Giuseppe Lupo ed il parlamentare Antonello Cracolici. “Ancora una volta siamo di fronte ad un valzer che produce il solo risultato di fare impantanare il parlamento – aggiungono Lupo e Cracolici – è evidente che la maggioranza è saltata, siamo di fronte ad uno scontro perenne che prima ha determinato l’inconsistenza dell’azione amministrativa e delle iniziative legislative, e adesso fa collassare perfino le commissioni. Queste nomine il governo le ha presentate e poi ritirate, hanno fatto tutto da soli. Vorremmo sapere dal presidente Musumeci come pensa di andare avanti dal momento che dovrebbero lavorare alla finanziaria 2020 e invece stanno ancora cercando di rattoppare i conti del 2019. Insomma – concludono Lupo e Cracolici – dopo meno di due anni sono già alla frutta”.
Dopo dem ad attaccare il governo anche il Movimento 5 stelle. “Temiamo che questa marcia indietro nasconda altre manovre che consentano al governo Musumeci di sfuggire ai minimi criteri di trasparenza e collegialità che sono prerogative del Parlamento Siciliano, organo che rappresenta i cittadini di questa regione. Non vorremmo che si tratti di un escamotage per fare uscire i nomi dal portone e farli rientrare dalla finestra” – dichiara la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Gianina Ciancio.
“Il ritiro delle nomine – spiegano i componenti della I commissione Ciancio, Pagana, Mangiacavallo e Siragusa – se da un lato rappresenta una vittoria per l’opposizione, non ci lascia sereni, sia perché questi Enti hanno comunque urgente bisogno di una governance stabile, sia perché è alto il rischio che gli stessi nomi vengano riproposti come commissari. Se così fosse saremmo di fronte ad un atto di forza senza precedenti, oltre che ad uno sgarbo istituzionale e uno schiaffo alla commissione competente, che stamattina aveva i numeri per bocciare qualche nomina. L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è un’ulteriore gestione commissariale, che dura ormai da anni. La politica si prenda la responsabilità di nominare soggetti competenti, lontani dalle logiche politiche e partitiche, che abbiano visione e quindi la capacità manageriale di riprendere in mano le redini di questi enti, abbandonati a loro stessi” – concludono i deputati M5S.
Ma il governatore Musumeci non ci sta e si difende. “La prima Commissione parlamentare dell’Ars può esprimere valutazioni di ordine politico sulle nomine proposte dal governo per gli Enti sottoposti a vigilanza?” – si chiede il presidente che ha richiesto un parere legale sulla materia, dandone comunicazione al presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè. Già nella seduta di Giunta di ieri, su proposta dell’assessore al Territorio e ambiente, competente per delega, il Governo aveva deciso di ritirare le nomine degli Enti Parco (Madonie, Alcantara, Etna e Nebrodi), i cui presidenti designati erano stati trasmessi all’Assemblea regionale per il prescritto parere della I Commissione.
“Tale decisione – spiega nella lettera il presidente della Regione – è stata assunta in quanto, come era accaduto per i già designati presidenti degli Istituiti autonomi case popolari, le cronache giornalistiche hanno chiaramente evidenziato, mediante le dichiarazioni di taluni esponenti politici, che la Commissione si sarebbe indirizzata verso la scelta di esprimere un parere “politico” sulla “opportunità” della nomina di ciascun designato e non già, come le sarebbe imposto, un parere in ordine alla regolarità formale della procedura di nomina e sulla sussistenza dei titoli previsti dalla legge in capo al nominando”.
“Sul punto – prosegue Musumeci – vale la pena di osservare che – come affermato anche dalla Corte Costituzionale e dalla Corte di Cassazione, chiamate entrambe per le rispettive competenze a dirimere una controversia interpretativa sulla natura giuridica del “parere” espresso dalle Commissioni legislative – il Governo ritiene che, nei casi nei quali i pareri delle Commissioni rappresentano un passaggio endoprocedimentale di un atto amministrativo, il loro sindacato, proprio per la natura di tale ‘procedimento’, non possa estendersi (con le eventuali conseguenze di legge) a pur legittime valutazioni di ordine politico/partitico, valutazioni queste che, invece, sono e restano proprie del procedimento legislativo e di quegli atti di indirizzo che si connaturano per non avere alcuna attinenza con il procedimento amministrativo”.
Secondo il governatore “è di palmare evidenza che la questione, posta nei termini sopra richiamati, investa altresì il diritto/dovere del Governo regionale di procedere a compiere tutti gli atti riservatigli dalle legge, sotto il controllo del Parlamento che può verificarne la legittimità, ma non può sostituirsi al soggetto legittimato dalla legge a compiere le scelte discrezionali. Ancorchè la lettura della più attinente giurisprudenza di legittimità non consenta di aprire dubbi sulla interpretazione recepita e fatta propria da questo Governo, si ritiene – conclude il governatore – possa esser utile, anche a tutela del lavoro dei parlamentari e della regolarità delle decisioni, richiedere un parere più articolato, che mi riservo di trasmettere all’Assemblea Regionale per le eventuali, opportune valutazioni conseguenti”.