Patti, assolto Alberto Coci: l’accusa aveva chiesto 10 anni di reclusione
Il collegio giudicante del Tribunale di Patti, presieduto dal dott. Ugo Scavuzzo, a latere, dott. Eleonora Vona e Andrea La Spada, ha assolto, in primo grado, con la formula piena, “perché il fatto non sussiste”, Alberto Coci, 62 anni, originario di Sinagra, residente a Naso, accusato di estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni di un 42enne di Capo d’Orlando, Antonio Castrovinci.
Coci è stato difeso dell’avvocato Alessandro Pruiti Ciarello (foto apertura) mentre il Castrovinci si è costituito parte civile con l’assistenza dell’avvocato Carmelo Portale. Parte civile anche l’Associazione Comitato Addiopizzo Messina, rappresentata dall’avvocato Fabrizio Ribaudo. A rappresentare la pubblica accusa c’era in aula il sostituto procuratore della DDA di Messina Francesco Massara che, al termine della requisitoria, aveva chiesto una condanna pesante, per entrambi i reati contestati al Coci, di 10 anni di reclusione e 12.000 euro di multa.
I carabinieri della Stazione di Capo d’Orlando, con il supporto della Compagnia di Sant’ Agata Militello, tre mesi fa avevano eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Messina, nei confronti di Alberto Coci ma il tutto dopo una pronuncia della Cassazione che aveva confermato, prima del ricorso della difesa, che il Coci doveva essere arrestato.
L’indagine, diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, aveva permesso di delineare la vicenda, che ebbe origine da un incidente stradale, verificatosi a Ponte Naso nel 2016, in cui il veicolo condotto da una donna, Maria Catena Galati, allora convivente di Alberto Coci, era stato urtato dall’auto guidata da Antonio Castrovinci, durante una manovra di retromarcia, con un danno conseguente di modica entità. Dopo aver ricevuto un primo risarcimento di 800 euro per l’episodio (incassato il 5 marzo 2016), Coci, vantando il proprio legame con la criminalità organizzata con il clan dei Bontempo Scavo di Tortorici, secondo l’accusa, avrebbe iniziato a perseguitare il Castrovinci con ripetute minacce, anche con l’utilizzo di una pistola, pretendendo, ingiustificatamente, ulteriori somme di denaro.
Nelle varie intimidazioni Alberto Coci avrebbe prospettato anche gravi ripercussioni nei confronti dei familiari dell’uomo, inducendolo a consegnargli, nel tempo, ulteriore denaro, fino a 15.000 euro complessivi, oltre agli 800 iniziali. La presunta vittima, quindi, fortemente intimorito dalle pretese estorsive e dalle continue intimidazioni, si era visto costretto persino a lasciare temporaneamente la sua abitazione. Alberto Coci su ordine del GIP del Tribunale di Messina, a gennaio arrestato e rinchiuso presso la Casa Circondariale di Messina Gazzi in esecuzione della misura cautelare, successivamente è tornato libero. Oggi, per effetto della sentenza di assoluzione, Tribunale di Patti, è stato assolto.