La Direzione Provinciale della Federazione del Pd di Messina vuole fare delle riflessioni sulle iniziative e sulle scelte adottate in campo sanitario, scelte che coinvolgono tutti i cittadini.
“La sanità pubblica, come presidio indispensabile per garantire il diritto alla salute, deve passare attraverso il rafforzamento degli organici: medici, soprattutto anestesisti, infermieri e operatori affinché si possano garantire le cure di cui i cittadini hanno bisogno. Riteniamo inaccettabile che, presso l’Ospedale di Sant’ Agata di Militello così come l’Ospedale di Patti, per tali carenze, si sospendano le attività chirurgiche. A tali carenze si aggiungono disagi generalizzati e cioè mancanza di servizi, di visite e di prestazioni che vengono rinviate con allungamenti delle liste di attesa. La grave carenza di personale sanitario si riflette sia sulla qualità del servizio reso, sia sui pesanti turni di servizio ai quali sono sottoposti tutti gli operatori.
E’ inaccettabile che si possa anche solo pensare di sospendere le attività chirurgiche, di fatto però presso l’Ospedale di Sant’Agata di Militello nei periodi tra l’1 e il 4 marzo e tra il 10 e il 14 marzo ad eccezione per quelle emergenze indifferibili e intrasferibili questo è diventato il dato di fatto.
E’ inaccettabile la decisione di trasferire anestesisti da un ospedale ad un altro, per coprire le carenze di organico di altre strutture. Una tale condizione non permette un servizio permanente e rende impossibile programmare qualunque intervento chirurgico.
E’ chiaro che in questo modo la gestione del tempo lavoro diventa molto più pesante, soprattutto perché una gran parte del lavoro viene fatto in reperibilità: questo vuol dire che una volta finito il turno si può essere chiamati in qualsiasi momento. E quando arriva una chiamata, nella maggior parte dei casi si tratta di un’emergenza.
Le scelte compiute dalla Direzione Sanitaria Provinciale nei prossimi mesi, possono solo essere reiterate come è già accaduto in precedenza su tutto il territorio dei Nebrodi, territorio geograficamente disagiato. A monte del problema c’è anche l’assenza di programmazione tra fabbisogni degli specialisti e posti messi a disposizione per la formazione specialistica. A questo va aggiunto anche il problema dei tempi per la specializzazione: quelli che iniziano nel 2021 saranno pronti soltanto tra cinque anni, quindi nel 2026”.