Processo Alastra, condannato a 8 anni di reclusione il tusano Antonio Dimaggio
Il Tribunale collegiale di Termini Imerese, presieduto dal Dott. Vittorio D’Antoni Alcamo a latere i giudici Erina Cirincione e Maria Aiello, in primo grado, ha condannato ha 8 anni di reclusione, e 8mila euro di multa, il tusano Antonio Giuseppe Dimaggio ed ha assolto Giuseppe Rubbino, l’agente di Polizia Penitenziaria, dall’accusa di corruzione, perché il fatto non sussiste.
Entrambi erano finiti al centro dell’inchiesta “Alastra” che il 30 giugno 2020 portò al fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, 11 persone ritenute, a vario titolo responsabili di “associazione mafiosa, estorsione, trasferimento fraudolento di beni, corruzione, atti persecutori, furto aggravato e danneggiamento”.
La sentenza di condanna è arrivata ieri. Giuseppe Antonio Dimaggio e Gioacchino Spinnato (in libertà da qualche settimana) – entrambi di Tusa – unitamente a Giuseppe Scialabba, secondo quanto riportato nella relazione dei magistrati che hanno coordinato le indagini, in concorso tra loro, hanno posto in essere un atto intimidatorio-estorsivo,mediante minaccia consistita nell’appoggiare un pacchetto di fiammiferi nella tanica di benzina dell’autovettura della vittima. I giudici del Tribunale di Termini Imarese hanno accolto le risultanze investigative secondo cui i tre “hanno posto in essere atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere Nunzio Giambelluca a recedere dalle pretese azionate nei confronti di Dimaggio Giuseppe Antonio con il giudizio civile istaurato per la regolamentazione dei confini e le dichiarazioni dei diritti dei proprietari dei fondi limitrofi”, condannando il Dimaggio a 8 anni
Un conflitto, quest’ultimo, così aspro da aver indotto, in data 12 luglio 2019, Dimaggio ad attentare alla vita del Giambelluca, investendolo intenzionalmente con la propria autovettura. Vicenda oggetto del procedimento penale, presso il Tribunale di Patti conclusasi nel luglio 2021 con la condanna a due anni, due mesi e venti giorni di reclusione Giuseppe Antonio Dimaggio per violenza privata e lesioni personali volontarie ai danni di Giambelluca. Condanna, parzialmente, ridotta in appello.
Il Collegio giudicante ha anche condannato Dimaggio al risarcimento, per svariate migliaia di euro, delle parti civili, tra le quali spiccano Comune di Pollina e Sicindustria, assistiti dall’avv. Ettore Barcellona, il Centro Pio La Torre, assistiti dall’avv. Francesco Cutraro, Fai, Confcommercio e Giambelluca assistito dall’avv. Angelo Tudisca
Assoluzione piena invece per Giuseppe Rubbino, imputato di corruzione perché – secondo gli inquirenti che avevano svolto le indagini, “nella veste di pubblico ufficiale, quale agente di Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa Circondariale di Voghera, aveva accettato la promessa della dazione di un orologio da parte di Domenico Farinella, quale ricompensa per avere posto in essere un atto contrario ai doveri di ufficio, consistito nel trasmettere, su richiesta di “Mico”, alcune richieste/informazioni ad un detenuto, e, successivamente, nel riportare al Farinella la risposta del detenuto. Condotta posta in essere in violazione delle norme che disciplinano le modalità di comunicazione dei detenuti con l’esterno dell’istituto circondariale e, comunque, in violazione dei doveri di fedeltà e di perseguimento esclusivo degli interessi pubblici nell’esercizio della funzione. Con la aggravante di aver posto in essere la condotta al fine di agevolare il sodalizio mafioso”.