Quando il troppo amore per gli animali porta alla degenerazione
Qualche anno fa Papa Francesco ha stigmatizzato quelle persone che provano tanto, troppo attaccamento verso gli animali e scarsa considerazione per le sofferenze dei fratelli, dei vicini e di chi ha bisogno. Prima del Pontefice, aveva trattato l’argomento un filosofo, scrittore e drammaturgo francese, considerato uno dei più importanti rappresentanti dell’esistenzialismo, Jean-Paul Sartre: “Quando amiamo molto gli animali, li amiamo a spese degli uomini”. E’ chiaro che capire, amare e gestire un rapporto umano è molto più difficile e faticoso che capire, amare e gestire un cane, un gatto o qualsivoglia altro animale domestico. Ed è forse per questo motivo che negli anni abbiamo assistito alla diffusione dilagante, quasi ossessiva, degli animali che, nel complesso, ha portato ed un progressivo distacco dell’uomo dall’uomo.
Durante la quarantena, le persone hanno trascorso molto tempo in compagnia dei propri animali domestici che sono diventati parti integranti di nuclei familiari. Una cosa sicuramente positiva. Cani, gatti, uccelli… gratificano i loro proprietari con amore incondizionato e li fanno sentire unici e speciali. Molti instaurano rapporti intensi e profondi che danno il conforto della compagnia e la sensazione di prendersi cura di qualcuno. Le aziende hanno intuito la grande opportunità commerciale legata a questa nuova tendenza, così hanno lanciato sul mercato un’ampia gamma di prodotti, sia alimentari che funzionali al benessere e la società moderna si è attrezzata per ospitare animali sulle spiagge, nei bar, negli alberghi. Ovunque insomma.
Siamo arrivati al punto che i maltrattamenti nei confronti degli animali generano più indignazione rispetto a quello per gli esseri umani spesso trattati come bestie. Pensiamo, per esempio, allo sfruttamento dei lavoratori irregolari, prevalentemente nel settore agricolo, che colpisce soprattutto i cittadini extra-comunitari che vivono nei cosiddetti insediamenti informali, quei luoghi di privazione e di sfruttamento, mancanti di tutti i servizi essenziali. Eppure in televisione esiste un Edoardo Stoppa, amico degli animali, ma non esiste un Edoardo Stoppa amico degli extra-comunitari, in questo caso, o degli essere umani maltrattati. Il maltrattamento nei confronti degli amici a 4 zampe, anche quado di maltrattamenti non si tratta, fa più audience.
Che gli animali vadano rispettati e amati lo dice anche san Francesco nel suo Cantico alle Creature. Vanno amati e rispettati, ma nella loro giusta dimensione e natura. Mi ha fatto impressione vedere una signora spingere un passeggino, dove ritenevo ci fosse una piccola creatura neonata, con dentro un cagnolino abbigliato come un essere umano. Non è possibile trattare un animale come una persona. L’uomo e l’animale sono su due piani diversi. Amare gli animali vuol dire rispettare la loro natura, che sta nel loro modo di essere liberi, costringerli diversamente non è altro che privarli di questo diritto. Siamo arrivati all’apice dell’assurdo e del ridicolo che viene evidenziato anche nell’atteggiamento di molti che pretendono di prestar fede all’ideologia che vuole gli animali paragonati agli esseri umani, con diritti che vanno oltre un ragionevole buonsenso.