Quando Tony May voleva creare la scuola di cucina sui Nebrodi. Ed è stato deluso

Tony May, guru della cucina italiana negli Stati Uniti, è morto nei giorni scorsi. May ha fatto la storia della cucina italiana negli  States prima con il ristorante Palio, poi con il San Domenico e poi ancora Gemelli e Pasta Break alle Twin Towers, distrutti l’11 settembre, e infine l’SD26 che ha venduto nel 2015.

Una vita, la sua, ricca di soddisfazioni e di progetti realizzati. Tranne uno. Creare in Sicilia la scuola di cucina per stranieri sul modello di altre fondate e fatte crescere altrove. L’ultima tappa della ricerca di una sede per questa scuola è stata Galati Mamertino, sui Nebrodi: accompagnato da Daniele Cipollina, professionista del marketing e della pubblicità che aveva conosciuto il paese in occasione del Festival del giornalismo enogastronomico di cui era stato partner, accolto da Pino Drago.

Aveva fatto oltre 1.500 chilometri Tony May in questo pellegrinaggio della speranza ma di quel viaggio sui Nebrodi resta solo l’amarezza insieme a un protocollo firmato con l’amministrazione comunale di cui non resta memoria: tutti gli impegni sono stati disattesi e la scuola di cucina in un territorio naturalmente vocato all’enogastronomia non è stata mai fatta.

“Vede, a me la Sicilia piace molto e credo in questa terra ma abbiamo avuto difficoltà – diceva – non abbiamo raccolto entusiasmo per questo progetto”. Era avvilito ma provava a non farlo trasparire perché Tony May era un uomo gentile. Cosa ha perso Galati e cosa hanno perso i Nebrodi?  Basta vedere cosa accade a Costigliole D’Asti dove May nel 1991 ha fondato l’Istituto culinario italiano per stranieri.

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Pubblicato da
Salvo Lapietra