Il post, pubblicato su Facebook in questi giorni da Calogero Emanuele, sindacalista e presidente della Pro Loco di Galati Mamertino ha un titolo che non lascia dubbi: “Pagare meno per pagare tutti” e affronta il tema dei costi di bollette e servizi vari. Un calcolo che però rivela quanto sia esteso e grave il fenomeno degli allacci abusivi in questo piccolo paese dei Nebrodi alle prese con la crisi finanziaria (come molti altri comuni per la verità). In questo caso si parla del servizio idrico e colpisce non poco il calcolo fatto da Emanuele in tempi di crisi idrica nel Paese, di perdite nelle condotte e di allacci abusivi dunque, ovvero di acqua rubata a tutti gli altri cittadini. Perché l’allaccio abusivo questo è: un furto.
Dunque, “In questi giorni il Comune di Galati Mamertino notifica ai cittadini le bollette di pagamento relative al servizio idrico 2016 – scrive Emanuele -. Il tutto in applicazione di un regolamento, approvato nel 2012 dalla precedente amministrazione, che di fatto ha triplicato se non quadruplicato questo “tributo”e che i cittadini devono pagare entro il mese di ottobre”. Fin qui quasi tutto regolare. “Ma le domande nascono spontanee – dice Emanuele -: le utenze sono veramente 1.714? E’ possibile calcolarla su 15 mesi anziché su 12 mesi? E’ vero che ci sarebbero più del 20% di allacci abusivi? Quanti allacci diretti ci sono nella condotta principale?Quanti allacci abusivi ci sono a servizio di irrigazione orti, coltivazioni e terreni agricoli?” Domande di non poco conto viste le conseguenze: “Da un stima approssimativa ci sono oltre duemila allacci, significando che un conto spalmare il costo su 1.714, un conto spalmarli sugli oltre 2000; perché non si fa un piano serio di raccolta acqua? perché dobbiamo pagare per un impianto di sollevamento Sant’Anna (la fonte che il paese condivide con San Salvatore di Fitalia ndr)? Quante sorgive a cascata non vengono intercettate e convogliate? Quante perdite ci sono negli impianti vetusti, storici e arrugginiti?”
La richiesta è questa: “E allora questa Amministrazione perché non verifica quanti allacci abusivi ci sono nel centro abitato, nelle frazioni e nelle campagne? Perché non chiede all’Enel quanti contatori risultano installati che per ciascuno allaccio potrebbe rispondere un allaccio? Perché non predispone un piano di manutenzione, recupero e riordino dell’intero sistema?”