Rubata l’auto del sindaco di Cesarò al centro commerciale Etnapolis

Brutta disavventura per il sindaco di Cesarò, Katia Ceraldi. Il primo cittadino cesarese ieri sera era andato al centro commerciale catanese che abbraccia un vastissimo bacino di utenza in gran parte della Sicilia centro-orientale, per trascorrere una serata diversa, rilassante, ma al suo ritorno non trova più la sua automobile, un’Alfa Romeo Giulia.

Accortosi del furto, il primo cittadino ha immediatamente denunciato l’accaduto alle Autorità competenti, che hanno avviato le indagini del caso.  “Il furto – ci spiega il sindaco di Cesarò, nonché avvocato Katia Ceraldi – crea si un malessere, ma non tanto quanto il disagio legato al fatto che nell’auto, oltre all’agenda e diversi fascicoli, ci fosse la mia toga alla quale sono molto legata affettivamente. Non penso al furto della macchina, pazienza ne ricomprerò un’altra, ma al fatto che insieme alla stessa hanno portato via la toga. Non una toga qualsiasi, ma la mia toga, quella regalatami dai miei genitori e che ho l’onore e l’onere di indossare da quando ho iniziato ad esercitare la professione di avvocato. Quel solenne indumento che, con spirito di appartenenza alla categoria e al  ruolo che ricopro, da sempre indosso nei dibattiti processuali”.

Non è il primo e non sarà nemmeno l’ultimo  il furto avvenuto ieri sera nel parcheggio di Etnapolis, dove negli ultimi tempi si è registrata una escalation di episodi criminosi che non trova eguali che designa la pratica illegale del “Cavallo di ritorno”, la richiesta di pagamento di un riscatto, rivolta a chi ha subito un furto, per riottenere ciò che gli è stato rubato.  Non solo furti d’auto, ma anche di autoradio, navigatori e oggetti personali portati via in pochi secondi da delinquenti che lasciano molti danni anche alle auto.

Sarebbe opportuno da parte dell’Amministrazione del centro commerciale individuare iniziative che possano permettere un maggiore livello di sicurezza. È necessario che la prevenzione e la sicurezza siano declinate in un contesto di ampia collaborazione, nel quale l’attività delle forze di polizia sia integrata da misure di difesa passiva che fungano intanto da deterrente per i malintenzionati e poi da ausilio per le indagini dirette eventualmente a identificare gli autori dei reati

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Pubblicato da
Giuseppe Salerno