Sacchetti: “Distanziometro non è soluzione al gioco patologico”. Intanto l’illegale “ringrazia” il legale
Il problema del gioco d’azzardo patologico non va assolutamente combattuto, né si risolve, con le distanze minime. Questo è quanto detto dal Prof. Emilio Sacchetti, ex numero uno della Società Italiana di Psichiatria: “Eliminare del tutto l’azzardo non è possibile: tutto potrebbe essere legato a una scommessa. Tutto va controllato, non basta allontanare le sale giochi dai luoghi sensibili. E se si eliminasse il gioco legale si diffonderebbe quello illegale, – ha detto Sacchetti a margine del convegno “Tentazioni Pericolose” – il gioco, a piccole dosi, non solo non è dannoso ma può essere un buon passatempo. Molte persone hanno giocato almeno una volta nella vita, bisogna stare attenti a non oltrepassare il limite”. Un giocatore “diventa patologico quando ci sono sentimenti di stress forte che portano il paziente a cercare sempre nuove fonti di gioco”. Intanto il gioco illegale ringrazia lo Stato per le percosse al settore legale del gaming: divieti, limiti, distanziometri e normative nazionali e regionali hanno portato all’inasprimento del Preu sulle slot machine e Vlt, finiti nell’orbita delle riforme volute dallo Stato.
Il tutto a vantaggio e onore del settore illegale, ormai dilagante di fronte alla progressiva ed irreversibile crisi del legale. Secondo le stime della Guardia di Finanza il settore “oscuro” del gaming, oggi come oggi, vale da solo 20 miliardi di euro. Una previsione, certo, ma non troppo lontana dalla realtà. Nonostante ciò l’azione del Governo continua e al settore è stato sferrato un altro colpo, stavolta a favore del famoso “Decretone” (Quota 100 e Reddito di Cittadinanza): sono serviti 400 milioni di euro, da qui l’alzamento del Preu sulle slot machine di un 0,65%.
Nel 2016 il Preu sulle AWP era al 17,5%, giunto poi al 19,25% nel 2018 e in aumento potenziale che potrebbe arrivare al 20%. Misura abnorme per un settore già martoriato e costretto a vigere sotto restrittive misure volute da regolamenti regionali e nazionali (il distanziometro, ad esempio, che in Piemonte o Lombardia vieta il gioco nel raggio di 500 metri da luoghi cosiddetti sensibili, n.d.r). Facile dedurre che l’illegale, così, prolifichi oltremodo: sia il gioco tramite rete fisica con apparecchiature collegate a siti illegali, sia tramite giochi promozionali vietati in Italia (i totem), sia tramite la manomissione di apparecchi con vincita in denaro. Questo è quanto emerso dalla Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva che ha accompagnato la Nota di Aggiornamento del DEF, ad ottobre 2018. E sono proprio i già citati totem al centro della cronaca, come avvenuto in provincia di Torino, in cui vengono utilizzati per giocare online al posto delle classiche slot machine, un escamotage che consente di aggirare la legge regionale del Piemonte (che introduce il distanziometro a meno di 500 metri di luoghi sensibili). In Emilia-Romagna, edicole ed internet point sono stati trasformati in centri scommesse abusivi e i militari della Guardia di Finanza hanno scovato macchinette illegali nei retrobottega dei bar.
La prova evidente che il distanziometro e i vari divieti non rappresentano la soluzione per risolvere i possibili problemi connessi al gioco problematico.