San Fratello, torna la tradizionale Settimana Santa con i “Giudei”

Nel piccolo centro montano di San Fratello, sui Nebrodi, il mercoledì, giovedì e venerdì santo, si svolge ogni anno la festa dei “Giudei di San Fratello” inserita nei Riti della Settimana Santa.

Foto di Fra Giuseppe Maggiore

La festa, unica in tutta la Sicilia, probabilmente di origini medievali, è una rappresentazione estremamente suggestiva che ricorda i Giudei che percossero e condussero Cristo al Calvario. Il costume, secondo la tradizione, è formato da una giubba, da calzoni di mussola rossa e da strisce di stoffa di colore giallo. La testa coperta da una maschera, “sbirrijan” (lingua gallo-italica), un “cappuccio” che si slancia con un lungo cordoncino sino ad assottigliarsi per legare la coda; pelle lucida con lingua, sopracciglia lunghe e arcuate; scarpe di cuoio grezzo e di stoffa, schierpi d’piau (in lingua locale); catene a maglie larghe nella mano sinistra, d’scplina; trombe militari con vari ornamenti finemente intarsiati e ricamati, specialmente nella giubba, che ricordano le antiche tradizioni della cultura araba.

Il Giudeo di San Fratello rappresenta il crocifissore, il flagellatore e il soldato che affondò la sua lancia nel costato di Gesù e, quindi, non è soltanto folkloristico, grottesco o folle; rispetta un silenzio assoluto e utilizza le sole trombe per annunciare la sua presenza ed essenza. I Giudei sono legati a ragioni sociali e, infatti, prima ne indossavano l’abito solo i contadini, i pastori, i mandriani, gli allevatori in genere e non i ricchi proprietari terrieri o gli aristocratici che accettavano di essere scherniti durante i tre giorni della festa con piccoli balletti o scherzi senza nulla di offensivo o di irriverente.

La Festa dei Giudei di San Fratello inizia all’alba del Mercoledì Santo e termina la sera del Venerdì. Tre giorni intensi che vedono da un lato i devoti cristiani, intenti nelle classiche celebrazioni della Settimana Santa, e dall’altro i Giudei che, festanti giorno e notte per le vie del paese, bevono in ogni casa dando fiato alle loro trombe per disturbare le manifestazioni religiose. La processione delle varette con i Misteri della passione di Cristo, raffiguranti Gesù in catene, flagellato, gravato dalla Croce, sepolto, compianto dall’Ad­dolorata, è da loro platealmente disturbata. «La parte del cappuccio che scende a ricoprire il viso – nota Antonino Buttitta – forma una mascara grottesca: due lunghi e arcuati tratti neri segnano le sopracciglia, un pezzo di pelle o di stoffa, anch’esso nero, rappresenta la lingua che scende pensoloni dal disegno della bocca».

Sull’elmetto sono dipinti motivi tratti dalla simbologia cristiana o da quella popolare, come croci, pesci, cuori, fiori intrecciati, aquile, falci di luna, corni rossi. Così travestiti, i Giudei fanno un baccano indiavolato: corse, salti, sgambetti, prove di equilibrismo, canti, rumore di catene, assordanti squilli di tromba… finché dura la processione. Ma, una volta riportato il Crocifisso in chiesa, tutto rientra nella normalità.

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Pubblicato da
Giuseppe Salerno