San Marco d’Alunzio, archiviata l’inchiesta sull’uso improprio dello scuolabus
Si è rapidamente conclusa la vicenda che vede protagonisti il Comune di San Marco d’Alunzio denunciato l’uso improprio di uomini e mezzi per il servizio di trasporto scolastico.
La vicenda può dirsi definitivamente chiusa, a seguito della rapida archiviazione del procedimento penale aperto dalla Procura di Patti, nell’ambito del quale il Comune nebroideo, difeso dall’avv. Salvatore Cinnera Martino, aveva presentato una memoria difensiva volta a chiarire come l’Ente avesse agito, non solo nel pieno rispetto della legge, ma, come lo stesso PM ha affermato, in piena tutela dell’interesse economico del Comune.
A mettere in risalto la questione era stata la lavoratrice LSU, Donatella Castrovinci, di San Marco d’Alunzio, aveva denunciato tutto ciò ai Carabinieri dopo essere stata estromessa dalla mansione di conducente di scuolabus e che tale mansione fosse stata, invece, illegittimamente assegnata ad altri dipendenti, a suo dire, privi delle idonee qualifiche.
I toni usati dalla LSU, nell’articolo pubblicato su diverse testate di informazione on line, avevano lasciato intendere che il Sindaco e i dirigenti comunali avessero agito, oltre che in violazione della legge, addirittura mettendo in pericolo i ragazzini trasportati coi mezzi noleggiati dall’Ente. Tali allusioni, al di là delle chiacchierate tra compari, avevano colorato i commenti degli utenti del web.
Ecco un breve excursus dei fatti.
Il Sindaco, il Segretario Comunale e la responsabile dell’Area Economica, stante l’impossibilità di riparare il mezzo in uso per il trasporto scolastico nella parte alta del paese, avevano valutato l’opportunità di rottamare il mezzo ed avevano agito in tal senso. Valutata, poi, la disponibilità economica per l’acquisto di un nuovo scuolabus e non potendo affrontare la spesa, avevano noleggiato un minivan e aperto una manifestazione di interesse tra i lavoratori LSU provvisti di patente di tipo B, unico requisito necessario per condurre tale tipo di mezzi. Quest’ultima decisione si era resa necessaria di fronte alle continue problematiche derivanti dal comportamento poco collaborativo della dipendente in questione, che aveva tempo addietro abbandonato lo scuolabus, lasciando in asso genitori e studenti.
Grazie alle soluzioni messe in atto, il disagio delle famiglie era stato evitato, senza spese né costi esosi. Difatti, si era riusciti a lasciare attivo il servizio di scuolabus, senza inficiare le risorse economiche dell’Ente e senza aggravio di costi dovuti a nuovo personale.
Legittima, dunque, la soddisfazione dei funzionari, che si erano visti ingiustamente accusati ed indagati, nel mentre – come, per l’appunto, rileva il PM – avevano “agito in modo trasparente ovviando alle carenze economiche e di personale mediante il ricorso a procedura alternative non irregolari”.
Legittima anche la soddisfazione del Sindaco, Filippo Miracula, che, benché rimasto estraneo alla vicenda penale, si era visto accusare dalla dipendente comunale, la quale affermava che “pensando di vivere in uno Stato autonomo, ha cambiato i regolamenti che regolano il trasporto pubblico scolastico per il tragitto casa – scuola e viceversa degli studenti … ha pensato bene … di utilizzare un veicolo, probabilmente, non idoneo al trasporto scolastico e con alla guida soggetti compiacenti …”, nonché di aver esposto ad “enormi pericoli … gli ignari studenti e le famiglie”.
Oltre che il procedimento penale rapidamente conclusosi, l’esposto della LSU ha provocato l’intervento dei Carabinieri e reso necessario l’avvio, grazie all’intervento dello stesso avv. Cinnera Martino, di un ricorso avverso il fermo amministrativo avverso il fermo amministrativo del mezzo preso a noleggio. Se dunque l’interesse economico dell’Ente era stato fino a quel momento tutelato, l’atteggiamento discutibile e insubordinato della LSU può essere qualificato come la causa di esborsi imprevisti e disagi, questi per fortuna limitati, stante che i fatti si sono verificati proprio sul finire dello scorso anno scolastico.