San Teodoro s’illumina di blu per la Giornata mondiale sull’autismo
L’obiettivo è quello di richiamare l’attenzione sui diritti delle persone affette dallo spettro autistico.
Per questo motivo questa sera, in occasione della Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’Autismo (WAAD, World Autism Awareness Day) istituita nel 2007 dall’Assemblea Generale dell’ONU ogni 2 aprile, l’Amministrazione comunale di San Teodoro, guidata da Valentina Costantino, insieme al gruppo di IncludiAMOci, ha deciso di puntare i riflettori su tale tematica, illuminando di blu (colore dedicato all’autismo) il palazzo municipale del piccolo centro nebroideo, sottolineando ancora una volta l’importanza di essere una comunità unita che coopera e collabora fattivamente per il bene di tutti.
L’Amministrazione Costantino ha sempre dimostrato di essere sensibile a problematiche sociali come questa con le quali tante persone e le loro famiglie si trovano a convivere ogni giorno battendosi nella promozione di politiche sociali, programmando e attuando linee di intervento per il sostegno e il supporto alle categorie più fragili. Ne è esempio virtuoso il “Progetto IncludiAMOci” guidato dalla dott.ssa Patricia Lupica, una realtà che quotidianamente si spende per l’inclusione e la riabilitazione di soggetti disabili promuovendo attività e iniziative basate su tecniche innovative di recovery.
“Siamo convinti che l’inclusione è un processo, un percorso, una scelta che va costruito ogni giorno con l’aiuto e l’apporto di ognuno – afferma il Sindaco santeodorese, Valentina Costantino -. Illuminare di blu il Municipio di San Teodoro significa ricordare a tutti che l’autismo non è una malattia che prevede una diagnosi e una cura. L’autismo è una sindrome che riguarda tutta la morfologia della persona, che interessa ogni aspetto del suo essere”.
Grazie alla coordinatrice del Progetto IncludiAMOci, Patricia Lupica e a tutto lo staff di operatori e borsisti, con passione e dedizione vengono promosse attività che favoriscono nella realtà di ogni giorno e non solo nelle grandi occasioni, l’inclusione e la socializzazione.
“Siamo avvezzi ad etichettare come diverso strano e estraneo tutto ciò che non appartiene al nostro mondo – sottolinea, la dott.ssa Lupica -. Definiamo l’altro un extraterrestre solo perché non lo comprendiamo o forse più semplicemente perché ci fa paura. Eppure ci basterebbe poco: fermarci un istante guardarlo negli occhi e perderci nel suo sorriso. Cosi avremmo la certezza di saper apprezzare l’unicità di ognuno, poiché inclusione è avere il coraggio di fare la differenza”.