Il duro scontro sui social tra il consigliere appartenente al Gruppo di minoranza consiliare, Giuseppe Puleo e il sindaco della città di Sant’Agata di Militello, Bruno Mancuso, potrebbe dare il via anche risvolti di natura giudiziaria. L’argomento ruota attorno all’emergenza idrica la quale sta causando innumerevoli disagi nella cittadina tirrenica
Per numerosi giorni intere famiglie santagatesi, residenti sia nel centro che nelle contrade, lamentano la carenza di acqua, o meglio lamentano la distribuzione ritenendo la stessa insufficiente (anche dal punto di vista igienico-sanitario) e difforme rispetto al piano di razionamento previsto. Il consigliere Giuseppe Puleo, oramai da tempo, ha sollevato la problematica trattando nei particolari anche le cause che avrebbero potuto determinare il disagio. Il consigliere, che ha fatto accesso agli atti in Comune, avrebbe riscontrato una serie di inadempienze da parte dell’Ente e la mancata erogazione d’acqua in una specifica condotta che avrebbe dovuto servire diverse contrade santagatesi. I sospetti del consigliere aumentano quando viene, informalmente, a conoscenza del fatto, che l’acqua, proveniente da Alcara Li Fusi e destinata ai cittadini di Sant’Agata viene regolarmente immessa in condotta, ma stranamente non arriva a destinazione. Puleo si rivolge dunque all’Ufficio tecnico del Comune di Sant’Agata il quale fa scattare un controllo. Controllo dal quale emerge un allaccio abusivo . Un “misterioso” allaccio che pare avrebbe convogliato il prezioso liquido ai serbatoi comunali di Militello Rosmarino anziché alla comunità santagatese.
La situazione, pare, si protragga da troppi giorni. Il sindaco Mancuso, solo ieri però, ha informato la cittadinanza su quali fossero le condizioni che avrebbero determinato la crisi idrica, parlando di errore tecnico e guasti senza specificare o trattare l’aspetto legato ad un presunto dell’allaccio “abusivo”, da parte del Comune di Militello Rosmarino, alla conduttura di acqua destinata ai cittadini santagatesi. Con un post pubblicato sulla propria pagina Facebook, il primo cittadino di Sant’Agata di Militello informa: “A causa di un errore tecnico causato dal Comune di Militello Rosmarino si è interrotta la condotta idrica che alimenta direttamente le contrade Orecchiazzi, Roselle,Astasi e il serbatoio di San Leo da cui viene distribuita l’acqua a Terreforti, Capita, Torrecandele, via Michelangelo. Ieri è stata riparata solo in parte la condotta idrica per cui la pressione non era sufficiente per riempire il serbatoio di San Leo. Si sta completando l’ intervento sperando che durante la notte si possa riempire il serbatoio per potere erogare l’acqua ai suddetti quartieri. Intanto le nostre autobotti comunali, quella di Militello Rosmarino, Forestali e Protezione Civile stanno lavorando con impegno per alleviare i disagi dei cittadini. Addossare la responsabilità di tutto questo all’Amministrazione comunale di Sant’Agata è un vero e proprio becero atto di sciacallaggio che non possiamo accettare. Anche il Sindaco di Militello Rosmarino si è scusato con la cittadinanza santagatese, addossandosi la responsabilità dell’errore, commesso sicuramente per leggerezza e disattenzione ma non per dolo.”
Il sindaco di Militello Rosmarino, Calogero Lo Re, contattato telefonicamente da Nebrodi News, conferma e parla invece di allaccio alla conduttura in contrada Ramisi giustificando lo stesso come un innocente errore tecnico. Se sia stato un errore tecnico, o altro, adesso lo accerteranno i Carabinieri del Comando Compagnia di Sant’Agata di Militello che, a seguito di sopralluoghi, starebbero cercando di capire se trattasi, come dice qualcuno di errore tecnico, ma senza tralasciare ogni probabile ipotesi di reato: furto, appropriazione indebita, interruzione di pubblico servizio, ecc.
Al consigliere Giuseppe Puleo, dal punto di vista politico, non va giù l’avviso alla cittadinanza del sindaco Mancuso e, utilizzando il proprio canale Facebook, chiede le dimissioni del primo cittadino di Sant’Agata di Militello: “Chi ha saccheggiato, umiliato e abbondonata la città in questi 20 lunghi anni ha nome e cognome: Bruno Mancuso ed il suo cerchio magico. Se c’è stato un errore o c’è stato dolo lo deciderà l’autorità giudiziaria e non Mancuso, che in questa vicenda non può elevarsi ad arbitro o giudice imparziale.”