Sant’Agata, Mancuso perde pezzi: Ortoleva lascia la maggioranza
Il consigliere comunale di Sant’Agata Militello, Giuseppe Ortoleva, lascia la maggioranza che sostiene il sindaco Bruno Mancuso e aderisce al Gruppo Misto. A comunicare la sua scelta è lo stesso esponente politico con una lunga lettera. L’elezione di Laura Reitano come nuovo presidente del Consiglio comunale ha lasciato strascichi sia nelle fila dell’opposizione sia in quelle della maggioranza.
Di seguito riportiamo la lettera integrale del consigliere Ortoleva:
Il sottoscritto dott. Giuseppe Ortoleva, consigliere comunale in carica presso il comune di Sant’Agata di Militello, durante lo svolgimento dell’ ultimo consiglio comunale, tenutosi in data 27/05/2022, è stato vittima di insinuazioni gratuite ed irriguardose; sento il dovere morale, pertanto, di fare chiarezza in merito ad alcune circostanze per le quali è stata lesa la mia immagine di uomo delle istituzioni.
Dopo le dimissioni del presidente del consiglio comunale Andrea Barone, avvenuta in data 28/03/2022, si è tenuta una riunione pre-consiliare presso lo studio medico ”La Tirrenia” del dott. Bruno Mancuso in cui la consigliera Laura Reitano veniva indicata dalla maggioranza come successore del dimissionario presidente. In quella sede ho comunicato che anche io avrei dato la mia disponibilità a ricoprire quel ruolo ma, per precisa richiesta della consigliera Reitano, decido immediatamente di tirarmi indietro per senso di responsabilità verso il gruppo politico di cui faccio parte e in nome di quegli ideali di lealtà, trasparenza e coesione che, credo, mi abbiano sempre contraddistinto durante tutto il periodo di attività politica.
Sin dalla prima votazione (avvenuta in data 07/04/2022) il gruppo di minoranza fa quadrato sul nominativo del consigliere Salvatore Sanna e il tanto atteso nono voto, per il raggiungimento dell’obiettivo, non arriva. E’ così sarà nei due successivi consigli al termine dei quali i consiglieri di minoranza lanciarono l’idea di dividere il restante anno di presidenza in 6 mesi per ciascuna parte politica.
Tale situazione di stallo perdurerà fino al 29 aprile scorso allorquando, dopo l’ennesimo risultato di pareggio, la consigliera Reitano affermerà in consiglio che “non è disposta a fare inciuci con la minoranza” e, dopo un animato dibattito consiliare, ritirerà la propria disponibilità alla presidenza, rifacendosi a legittimi principi di dignità politica che non possono essere calpestati. Al successivo consiglio comunale svoltosi il 5 maggio il sindaco Bruno Mancuso, per dare un’immagine di coesione del proprio gruppo, decide di continuare a proporre il nominativo della consigliera, sperando in un’assenza o in un convincimento di qualche collega della minoranza ma tutte le successive votazioni porteranno ad un pareggio.
Le 10 votazioni che saranno effettuate, quindi, non avranno esito positivo né per l’uno né per l’altro schieramento, portando al non raggiungimento di un risultato concreto per ben due mesi. Nel frattempo, il sottoscritto, dopo il consiglio del 29 aprile, insieme ad alcuni esponenti della controparte politica, valuta strade alternative, al fine di poter trovare una soluzione condivisa da entrambi gli schieramenti che prevedeva di ricoprire la carica di presidente 6 mesi ciascuno, unica strada percorribile e unica soluzione proposta dalla minoranza, al fine di uscire dall’impasse politico in cui ci si era trovati. Dei fatti sono sempre stati informati sia il consigliere Reitano che il sindaco (financo delle interlocuzioni effettuate con deputati regionali, che la consigliera dichiarerà successivamente di non ricordare).
La consigliera Reitano tira dritto, sperando di convincere qualcuno a votare per lei e muovendosi per ottenere l’intera posta. Tutto legittimo per carità, se non fosse che, arrivati in consiglio dopo due mesi di stallo, il 27 maggio, incredibilmente, comincia a supporre che il sottoscritto sia una sorta di traditore, che avrebbe tramato alle sue spalle al fine di poter ricoprire la carica di presidente, denotando, però, lacune menische inerenti ai fatti che lei già conosceva. Quelle insinuazioni nulla hanno a fare con il mio modo di vivere la Politica e la vita in genere: i momenti vissuti durante la sospensione del consiglio del 27 maggio sono apparsi surreali: sembrava fosse tutto uno scherzo ma, ahimè, la convinzione delle supposizioni mosse non lasciava molto spazio all’immaginazione.
In questi nove anni di attività politica svolta ricordo diversi momenti belli e altri in cui gli scontri verbali con la minoranza hanno creato tensione e acredine talvolta molto accesa; rivendico con orgoglio gli interventi in consiglio atti a spronare e criticare l’attività dell’allora sindaco Sottile o quelli a favore dell’operato amministrativo del sindaco Mancuso; ricordo con soddisfazione le scelte fortemente volute e rivelatosi poi vincenti (approvazione del Piano di Riequilibrio tanto per citarne una) e le delusioni (poche per fortuna) per il mancato raggiungimento di un obiettivo politico. Mai ho assistito, però, a scene di così basso spessore politico durante le quali si è raschiato il fondo della dignità e dell’educazione politica sia nei modi che nei contenuti, il tutto intessuto da congetture e illazioni personali e familiari frutto solo di una mente fantasiosa.
Mi preme sottolineare che non ho bisogno di “un ruolo politico a tutti i costi” e che sono solo “prestato” alla politica e, sia umanamente che professionalmente, sono apprezzato per i miei valori di correttezza, lealtà e trasparenza che la mia famiglia mi ha trasmesso. L’ho dimostrato con i fatti per quasi due lustri e tali supposizioni, se non supportate da prove, qualificano miserabilmente chi le muove: credo che nella vita conti solo ciò che fai e non ciò che dici, tanto è vero che, nonostante la performance pre-votazione, ho votato la suddetta consigliera consapevole che sarei stato determinante per la sua elezione. Tale scelta è stata presa non per dare “un senso di compattezza politica”, come la neo presidente scriverà quella sera nella chat dei consiglieri di maggioranza ma solo per dimostrare quanto lontano io sia da ragionamenti di spartizione di poltrone (molliche di pane mi verrebbe da dire). Ho voluto essere funzionale al gruppo in un momento diventato difficile per il nostro paese: due mesi di stallo politico in cui non si trovava una soluzione condivisa, ragionare per “sbrogliare una matassa” sempre più complessa raccontando sempre tutti i passaggi: la vicenda aveva assunto insomma i toni di una “barzelletta politica”.
Il gruppo di maggioranza aveva dato l’avallo a tutto, all’idea dell’anno intero (anche se tutti sapevano che non era percorribile), all’idea dei 6 mesi, anche se l’abbiamo saputo 5 minuti prima di entrare in aula a votare, tutto andava bene, bastava parlare serenamente senza muovere becere insinuazioni supportate solo da chiacchiere e non da fatti. Forse a seguito dello schiaffo morale ricevuto o forse per “l’eccitazione” di un “così importante traguardo” raggiunto, il presidente ha dimenticato di porgere le sue ovvie e scontate scuse che, se anche arrivassero oggi, avrebbero il sapore del nulla. Tutte le suddette considerazioni sono comprovate da più di due mesi di interlocuzioni ufficiali che sfido chiunque a smentire; se si provasse il contrario di quanto da me riferito, sarò pronto immediatamente a dimettermi!
Ammetto che, in un clima del genere, l’idea di dimettermi mi ha sfiorato, ma ho avuto un mandato dagli elettori e, per il momento, ho intenzione di portarlo a termine per rispetto loro e di chi crede in me; piuttosto, prendo atto con grande rammarico, che il gruppo di cui facevo parte, nella campagna elettorale del 2018, è ridotto al lumicino. Il sindaco non ha più la maggioranza in consiglio e (forse) questo ha indotto i più “recalcitranti” a pensare di poter assumere atteggiamenti antitetici ai più elementari concetti di rispetto che dovrebbero caratterizzare qualsiasi gruppo di persone e, soprattutto, ad un gruppo scelto come rappresentante del popolo.
Non mi riconosco più in tali valori e, venendo meno la fiducia, mi trovo costretto a prendere ufficialmente le distanze da tali atteggiamenti, lasciando la maggioranza consiliare di cui ho fatto parte in questi ultimi quattro anni e aderendo al Gruppo Misto. Continuerò la mia attività politica con senso di responsabilità rispetto alle proposte che giungeranno in consiglio, da qui fino al termine della legislatura. Ringrazio, infine, i consiglieri e assessori coi quali lealmente ci siamo confrontati in questi anni, auguro loro i migliori successi politici e personali e, in particolar modo, ringrazio l’assessore Scurria per la fiducia e la correttezza mostratami sempre.