E’ al lavoro la Procura della Repubblica di Patti impegnata a ricostruire le ultime ore di vita di Giuliana Faraci e le cause che hanno portato al decesso della 40enne la notte tra domenica e lunedì. Fari accesi anche sull’intervento del 118 allertato dalla famiglia di Giuliana, domenica pomeriggio intorno alle ore 17:00, e sulla mancata ospedalizzazione della paziente, che rimane a casa dopo essere stata trattata sul posto. L’equipaggio dell’ambulanza giunto nell’abitazione della sfortunata ragazza, sulla base di segni e sintomi della paziente, dalle informazioni in nostro possesso, esegue gli esami diagnostici del caso riscontrando una condizione parametalmente ottimale. Il medico appronta la terapia sulla base dell’anamnesi della sintomatologia riferita dalla 40enne, la quale avrebbe oltretutto riferito di aver avuto somministrata una flebo da parte di colleghi di lavoro. (Ricordiamo che Giuliana lavorava in uno studio medico). La terapia, sulla scorta di una diagnosi di intossicazione alimentare, viene somministrata a casa dove la paziente, secondo quanto appreso da noi, sentendosi un po’ meglio è felice di rimanere. L’equipaggio del 118 prima di andar via, comunque, invita la paziente, qualora lo ritenesse opportuno, a richiamare il servizio di emergenza sanitaria a qualsiasi ora del giorno o della notte.
Queste le informazioni da noi raccolte che contrastano con quello che pare sia stato messo nero su bianco nella denuncia dei familiari della donna assistiti dall’avv. Salvatore Mancuso, ossia che Giuliana avrebbe chiesto ai sanitari di essere portata in ospedale. Richiesta ripetuta anche dalla madre che la assisteva. Il fascicolo è in mano del pm Andrea Apollonio che indaga per cercare di far luce sulla vicenda. Oggi sarà conferito l’incarico per l’autopsia. A eseguirla il medico legale Daniela Sapienza, consulente di parte per la famiglia il dottor Nino Bondì. La salma è attualmente sotto sequestro all’ospedale di Patti.