E’ stata confermata la sentenza della seconda sezione penale della Corte d’appello di Messina, nei confronti della dottoressa Lucia Dotto, medico ginecologo, all’epoca dei fatti, in servizio l’ospedale di Sant’Agata Militello, finita alla sbarra con l’accusa di omicidio colposo a seguito della morte di una giovane donna di San Fratello, deceduta dopo aver partorito.
La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso inammissibile e reso definitiva la condanna in secondo grado che aveva ribadito quanto disposto già in primo grado dal giudice monocratico del tribunale di Patti, Edoardo Zantedeschi. Sei mesi, pena sospesa, risarcimento danni da liquidarsi in separata sede alle due parti civili costituite in giudizio, il marito e la figlia della donna morta a seguito del parto.
I fatti risalgono al marzo 2016 quando – secondo l’accusa – la ginecologa non avrebbe adeguatamente rimosso la placenta dalla parete uterina di una giovane donna partoriente di San Fratello e originaria della Romania, Oana Iona Prescura, e non avrebbe trattato secondo le linee guida e le buone pratiche mediche la copiosa emorragia ostetrica innescatasi nel frattempo e responsabile della coagulazione intravasale disseminata che avrebbe causato poi la morte della donna. Come si evince ancora dal capo di imputazione, la dottoressa avrebbe omesso di effettuare un’adeguata revisione della cavità uterina e di procedere ad una totale rimozione dell’utero, praticando un’isterectomia, trattamento chirurgico raccomandato dalle linee guida in presenza di un’emorragia post partum che avrebbe potuto salvare la vita alla giovane partoriente.
Il medico, adesso in pensione, è stata condannata al risarcimento dei danni alle parti civili costituite in giudizio (assistite dell’avvocato Antonella Marchese), alle quali dovrà essere pagata una provvisione complessiva di 100.000 euro e al pagamento delle spese del giudizio.