La Direzione generale della programmazione sanitaria del Ministero della Salute, in una nota trasmessa al sindaco di Sant’Agata Militello Bruno Mancuso, firmata dal direttore generale Andrea Urbani, in riscontro ad un confronto dello scorso gennaio in videoconferenza, chiarisce che la decisione di riaprire il punto nascita santagatese è in capo alla Regione Siciliana.
“Qualora l’intera domanda del bacino d’utenza fosse stata assorbita dal punto nascita di Sant’Agata Militello, la struttura avrebbe potuto esprimere un volume di attività superiore allo standard di 500 parti l’anno” – si legge nella nota. Il documento traccia un quadro preciso l’importanza della struttura nel bacino sanitario dei Nebrodi. “Nel 2018 il totale dei parti delle residenti a Sant’Agata di Militello e nei comuni del bacino è stato pari a 532”, dunque un volume di attività superiore al limite di 500 parti all’anno stabilito dal decreto Balduzzi.
“Se le deroghe sono ben motivate vengono concesse ed è una responsabilità dell’Assessorato regionale riaprire il punto nascita di Sant’Agata di Militello – afferma il sindaco Mancuso a La Gazzetta del Sud -. A questo punto, il governo regionale ci deve dire qual è la volontà politica ed interloquire celermente e con chiarezza col ministero per la riapertura”. “Finalmente si fa chiarezza su un problema che da anni affligge la comunità” – commenta il sindaco di Mirto Maurizio Zingales.
Dunque è l’Assessorato di piazza Ottavio Ziino a doversi attivare per la riapertura di un centro chiuso ormai da oltre due anni.