Sant’Agata, sotto accusa la nuova disciplina degli ormeggi
Da un paio di settimane sta facendo discutere, e non poco, l’ordinanza emessa dall’Ufficio Circondariale Marittimo di Sant’Agata di Militello – la numero 16/22 in materia di regolamentazione e disciplina degli accosti delle banchine pubbliche del porto santagatese – con particolare riguardo alle modalità di regolamentazione della banchina di riva destinata all’ormeggio di piccole unità da diporto, ritenuta assurda da parte di diversi diportisti.
Dall’1 agosto all’1 settembre il tratto di riva del porto di Sant’Agata di Militello, temporaneamente destinato all’ormeggio di 15 natanti, proprio per il ristretto numero di posti, è stato messo a “concorso” dall’Ufficio Circondariale Marittimo che, nell’ordinanza in questione, spiega le modalità di partecipazione, le stesse che i proprietari delle unità contestano.
A parte il fatto che le imbarcazioni superiori ai 6,99 metri con un pescaggio dello scafo non superiore a 0,50 metri non possono ormeggiare, e a Sant’Agata di natanti di misura superiore hai limiti imposti ve ne sono di numero decisamente superiore a 15, l’aspetto che i diportisti considerano irrazionale, senza senso, sta nell’elenco dei documenti richiesti per il “concorso” – così lo chiamano – dei 15 posti messo “a bando” dal locale Ufficio Circondariale.
Tra i documenti richiesti i proprietari dei natanti contestano, con un sorriso amaro in bocca, la copia della polizza assicurativa attestante la copertura RC, a nome del richiedente e proprietario dell’unità e l’attestazione ISEE, provante la condizione economica del richiedente e proprietario del natante, riferito all’anno 2021.
Nel primo caso i proprietari osservano come sia assurdo stipulare una polizza RC, ed allegarla alla documentazione, se non si ha nessuna certezza di avere assegnato un posto e quindi di poter utilizzare l’unità, che in caso d’esclusione rimarrebbe chiusa in garage. Nel secondo caso non si spiegano a cosa possa servire l’attestazione ISEE. “Probabilmente – afferma sarcasticamente qualcuno – per scovare qualche falso percettore di reddito di cittadinanza, che chiede sostegno economico ad integrazione dei redditi familiari allo Stato però è proprietario di barca per i divertimenti estivi o per pescare e vendere pesce in nero”.
La vicenda, che ha portato all’emissione dell’ordinanza da parte del competente Ufficio, ha scontentato un po’ tutti i diportisti che si sono visti ridurre sensibilmente i posti destinati ai natanti. Qualcuno sostiene che l’azione dell’Ufficio Marittimo fosse indispensabile per via dei lavori per la realizzazione del porto di Sant’Agata. Qualche altro, considerato il rilevante numero di barche che ci sono a Sant’Agata, afferma che la cosa migliore sarebbe stata vietare l’ormeggio. Qualche altro ancora, asserisce che la problematica non avrebbe avuto tale risonanza se la disciplina degli ormeggi banchina di riva al porto di Sant’Agata fosse stata impostata in maniera diversa. La questione in città, e nei dintorni, continua a tenere banco.