Il Partito Democratico, dopo la sconfitta alle elezioni nazionali del 25 settembre, che hanno portato Giorgia Meloni a Palazzo Chigi e il segretario Enrico Letta alle dimissioni, si prepara per celebrare un nuovo Congresso. Mentre il dibattito all’interno dei Pd al momento vive principalmente sui giornali, in attesa che i candidati alla segreteria del Nazareno si facciano avanti, nei territori tutto tace.
Un mese fa il segretario provinciale Nino Bartolotta si era presentato dimissionario all’assemblea provinciale del Partito democratico di Messina ma la direzione e l’assemblea hanno chiesto al segretario di rimanere e di guidare il partito verso il congresso provinciale. Bartolozza, in una recente intervista al quotidiano online Tempostretto, ha dichiarato: “Questo Pd è da rifondare e non solo a Messina”. E quando al segretario gli domandarono “che fare per invertire la rotta nel territorio messinese?”, lui rispose: “sotto l’aspetto organizzativo azzerare tutto e aprire il partito a forze nuove”. Il giudizio di Bartolotta è duro e netto. E tale giudizio può essere traslato per il Partito Democratico di Sant’Agata Militello.
Il centro tirrenico dei Nebrodi tra sei mesi andrà alle urne per rinnovare la carica di Sindaco e il Consiglio comunale. Attualmente c’è un solo candidato primo cittadino, l’avvocato Paolo Starvaggi, c’è la disponibilità dell’attuale Sindaco Bruno Mancuso a proseguire il mandato. E c’è il campo anche il gruppo rappresentato dall’avvocato Marco Vicari, che alle regionali era in corsa per un seggio all’ARS con il movimento dell’ex sindaco di Messina Cateno De Luca.
Grande assente in questo dibattito, e nella vita politica, è il Pd santagatese. L’ultima iniziativa di cui si ha memoria è la raccolta delle firme contro la privatizzazione del cimitero. Poi il nulla. Encefalogramma piatto. Nessuna iniziativa, nessun volantinaggio, nessun banchetto, nessun convegno, nessuna proposta per la città. Ricordo a me stesso, e ai lettori, che il 31 maggio del 2020 i dem hanno eletto all’unanimità il nuovo direttivo, che risulta essere composto da 15 iscritti, con 3 membri di diritto facenti parte di istituzioni, un responsabile Comunicazione, un Responsabile Formazione e un Segretario/Coordinatore. Insomma le persone ci sono, almeno sulla carta. L’ultimo segnale in vita però è stato nel luglio 2022, quando il segretario cittadino Vincenzo Canonico ha replicato al gruppo Officina Democratica, una corrente di minoranza del partito che in questi anni di opposizione a Mancuso ha provato scuotere un pochino l’albero su cui sono finiti i democratici santagatesi, proponendo almeno qualcosa.
Il Pd – almeno quello ufficiale – però appare e scompare, sembra una sorta di fantasma, che in questi anni poi si è solo palesato per dire la sua sulla vicenda Camelot, il processo alle battute ormai finali, scaturito dall’inchiesta sugli appalti al Comune, che hanno coinvolto il sindaco Mancuso (assolto da ogni accusa) e alcuni dirigenti dell’Ente (per due di loro è sopraggiunta la prescrizione qualche giorno fa).
Insomma, davvero troppo poco per un partito che si propone come alternativo a coloro i quali attualmente governano Sant’Agata Militello. C’è da domandarsi ma ci sarà la lista del Pd alle elezioni? I santagatesi troveranno il simbolo o visto i 5 anni di opposizione pari al vuoto cosmico – l’unica opposizione è stata fatta solo da alcuni consiglieri comunali – meglio nascondersi in liste civiche e sperare in tempi migliori?