L’emergenza Coronavirus ha messo tutti alla prova. Una prova alla quale siamo stati chiamati affrontando, spesso, difficoltà e momenti di riflessione all’interno delle nostre famiglie. Mai come adesso una preghiera, una benedizione, un gesto di vicinanza alla comunità, nei giorni in cui il nemico invisibile ha avuto il sopravvento, può aiutare a purificare lo spirito in modo da consentire a tutti di affrontare la vita in maniera diversa, con più rispetto e disponibilità verso gli altri.
In un periodo in cui necessita, più di ogni altro momento, una guida spirituale che possa permettere alla comunità stefanese di venire fuori da questa situazione di emergenza, il parroco don Calogero Calanni si è fatto avanti e insieme al suo vice, Bathina Varaprasad, ha chiesto e ottenuto il permesso da parte delle autorità competenti, in occasione del Venerdì Santo, di portare il Santissimo Crocifisso nelle case di tutti.
Terminate le funzioni all’interno della chiesa, i volontari del Letto Santo hanno caricato nel cassone di un camioncino il SS. Crocifisso, che era stato prelevato dal Santuario, a cui la comunità stefanese è particolarmente legata, per i tanti miracoli. Il Crocifisso, l’espressione massima di fede per i stefanesi, che rappresenta, per antonomasia, il simbolo della sofferenza
Un vero e proprio tour, partito dalla chiesa Madre che ha fatto il giro, in lungo e in largo, della cittadina stefanese, comprese anche le zone periferiche, scortato dai volontari della Protezione Civile e dalla Polizia Municipale. Una processione del Venerdì Santo insolita, nella quale il parroco, e il primo cittadino stefanese, Francesco Re, hanno fatto tappa anche al cimitero, dove hanno deposto un mazzo di fiori e pregato per tutti i morti causati dal coronavirus, ma anche per gli ultimi decessi che si sono registrati nella cittadina stefanese e che non hanno potuto avere l’ultimo saluto cristiano.
Un’opportunità per sentirsi comunità cristiana, rivivendo la passione di Cristo e mostrando vicinanza agli anziani, molti dei quali da molto tempo non vedevano il SS. Crocifisso, come ha dichiarato a Nebrodi News Padre Calogero Calanni. “Questo gesto deve fungere da incoraggiamento per tutte quelle persone in difficoltà e spaventati dal periodo difficile. Un gesto molto apprezzato dalla comunità, che dall’interno delle proprie case ha avuto modo di pregare il Cristo in croce, quel Crocifisso, che ha accompagnato e sostenuto la rinascita della nostra gente, diventa ora per noi invito a rialzarci, dopo la tragedia presente, e a riprendere con fiducia il cammino, nella certezza che il Cristo, morto per noi, non ci farà mancare il suo aiuto”.