Santo Stefano, giovane santagatese decide di avviare attività commerciale

di Lucio Volo
03/05/2020

La crisi economica a cui andiamo incontro rischia di essere la più grande di sempre per il nostro Paese e di lasciare sul lastrico milioni di lavoratori e famiglie, spazzando una generazione di piccole e medie imprese e anni e anni di lavoro autonomo.

Sono tantissime le categorie che saranno drammaticamente penalizzate da quanto sta accadendo, dalla manifattura alla moda, dal turismo al commercio, dalle professioni alla cultura, e le misure che il Governo sta immaginando nel nuovo decreto in stesura che sarà pronto nei prossimi giorni vanno nella direzione giusta, ovvero garantire liquidità in maniera massiccia per superare questi mesi eccezionali e ritornare il più velocemente possibili a lavorare, consumare, investire, innovare.

Anche se il periodo non è dei migliori, bisogna considerare un altro aspetto da non sottovalutare, ovvero che in Italia è molto più arduo rispetto agli altri paesi europei, una distanza non accettabile per un Paese che è la terza economia europea, ma è solo il decimo per investimenti in nuove aziende, dietro anche a Paesi piccoli e non paragonabili al nostro come struttura economica.

Una voce fuori dal coro arriva da Santo Stefano di Camastra, dove un giovane di 32 anni originario di Sant’Agata Militello decide di avviare una propria attività commerciale in un periodo dove fa paura anche uscire da casa. Questa iniziativa ha bisogno di essere condivisa e incoraggiata, in quanto bisogna dare atto a questo giovane imprenditore, di avere avuto tanto coraggio in questo particolare periodo con il coronavirus che sta facendo la voce grossa.

Iniziative come questa ci danno speranza, in quanto tengono acceso quel lumicino di speranza affinché si possa avere un futuro migliore. Ed è proprio in questo periodo che lo Stato debba fare sentire la propria voce, istituendo delle misure di emergenza da mettere in campo subito, in modo da aiutare tutto il sistema produttivo a fronteggiare questa crisi.

Sono tante le cose che possono essere fatte per sostenere il tessuto produttivo del nostro Paese e i nostri posti di lavoro. Siamo fiduciosi che il Governo ascolti il grido proveniente dalle fasce più deboli e più a rischio del mondo delle imprese e del lavoro autonomo, perché non farlo vorrebbe dire davvero lasciar morire il nostro futuro.

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