Si è avvalso della facoltà di non rispondere l’insegnante di 59 anni, residente a Sinagra, che si trova agli arresti domiciliari da sei giorni con le pesanti accuse di pedopornografia minorile e adescamento di minori, in questo caso una ragazzina di 14 anni, che frequenta lo stesso istituto dove l’indagato insegna.
L’uomo, assistito dai legali di fiducia, avvocati Alessandro Pruiti Ciarello e Vincenzo Amato, entrambi del Foro di Patti, non ha risposto al Gip del Tribunale di Messina Ornella Pastore e, dopo pochi minuti per le formalità, i poliziotti che lo avevano prelevato da casa lo hanno riportato ai domiciliari. I legali del docente hanno presentato intantoricorso al Tribunale della libertà di Messina, che si riunirà fra un paio di settimane, per chiedere o la revoca della misura cautelare o l’attenuazione della stessa.
Intanto le indagini, partita dai genitori della vittima che hanno sporto denuncia alla alla polizia del Commissariato di Capo d’Orlando, coordinate dalla Procura di Messina competente per questa tipologia di reati, continuano alla luce anche del sequestro del cellulare dell’indagato avvenuto giovedì al momento dell’arresto. Proprio attraverso il telefonino, e con Whatsapp, sarebbero contenuti gli elementi probatori a capo dell’accusa e che gli agenti di polizia avevano già reperito attraverso il telefono della presunta vittima.