Torna in libreria “E lu suli ‘ntinni ‘ntinni”, raccolta di canzoni siciliane del gruppo I Nebrodi
Torna in libreria “E lu suli ‘ntinni ‘ntinni, raccolta di canzoni siciliane, edito da Pungitopo nel 1984. Ed è un libro, questo che potete trovare in libreria, parecchio importante per la storia e la cultura di questo pezzo della Sicilia. L’idea è di lasciare un documento importante che immortala un pezzo della storia dei Nebrodi riproponendo al pubblico, la riedizione della raccolta di canzoni siciliane, rivisitato ed integrato, proprio in occasione della celebrazione del 50° anniversario della nascita del Gruppo Folklorico “ I Nebrodi” di Ficarra.
Di fatto, come spiegano Calogero Emanuele e Nino Indaimo, “vuole essere una riaffermazione del lavoro fatto nei 50 di storia del gruppo folklorico “I Nebrodi” visto ai giorni nostri e facendo tesoro delle esperienze maturate e della continua ed incessante ricerca sul campo degli addetti ai lavori”. L’obiettivo era e resta nobile: “Tramandare ai posteri le esecuzioni affidate negli anni lontani del 900 a cantori e suonatori che nei momenti liberi si dilettavano ad eseguire brani e cantate mai registrati o addirittura mai scritti su un pentagramma. Volutamente abbiamo voluto circoscrivere il lavoro ai luoghi ricadenti nell’Area del Parco dei Nebrodi proprio perché ci lega la storia, la terra, le tradizioni, le bellezze naturali”.
Un barbiere, un calzolaio, un falegname, un suonatore di banda, che trovavano sfogo in un manico di strumenti a corda o nella reinterpretazione delle tradizioni orali di un tempo affidate alle straordinarie popolari voci di cantori e cuntisti. Questi sono i personaggi che hanno dato l’ispirazione e l’opportunità di realizzare questo lavoro. Quei personaggi che nel retro bottega o sotto la luce fioca di un lume, nel buio di una osteria riuscivano a deliziare gli astanti con le loro “suonate”, “stornellate” e “cantate”.
“Sono stati loro il nostro riferimento – dicono Emanuele e Indaimo -. Grazie a loro oggi siamo riusciti a lasciare traccia delle loro composizioni che altrimenti sarebbero andati perduti. Non potevamo però dimenticarci di qualche sonata “di Chiesa” che in occasione della nascita “du bambineddu” o per la processione “da madonna” , fra le note della banda musicale, si sente ancora echeggiare ed i cui virtuosismi sono affidati alle voci, a volte poco intonate, dei cantori paesani. Tra le tante cantate vale la pena ricordare “A Ficarrisa”. “A Sarvi Riggina” cantata a Galati Mamertino; brani di cui, ormai, se ne era persa ogni speranza, proprio perchè tanti cantori di un tempo, accumunati dall’amicizia, dalla fraternità, dall’amore per il paese natio, dal bel canto, ormai….appartengono ad un altro mondo”.
Si tratta, spiega l’Etnomusicologo Mario Sarica, di “un repertorio davvero prezioso al quale gli è stato restituito il soffio creativo dell’origine, grazie alle esemplari trascrizioni musicali delle melodie tradizionali di Calogero Emanuele, figlio di questa terra, fedele agli insegnamenti dei padri, dei tanti padri della tradizione incontrati e ascoltati con umiltà. Materia viva, ancora calda, palpitante di sentimenti veri, quella proposta dalla raccolta, ora rigenerata e offerta come viatico necessario per ritrovare la nostra Itaca perduta”.