Tortorici, Comune sciolto per mafia: respinto ricorso degli ex Consiglieri
Nessuna illegittimità nei provvedimenti che a fine 2020 portarono allo scioglimento del Comune di Tortorici per presunte infiltrazioni della criminalità organizzata. L’ha stabilito il Tar del Lazio con una sentenza con la quale ha respinto un ricorso proposto dagli ex amministratori del gruppo “Uniti per cambiare” dell’allora maggioranza che chiedevano l’annullamento del decreto di scioglimento. Il Comune, dopo due anni di commissariamento, andrà al voto il 13 novembre.
Il ricorso è stato ritenuto infondato. Dopo aver ricostruito in premessa la normativa di settore, il Tar ha ritenuto che “dalle risultanze delle indagini espletate e confluite nella Relazione del 14 dicembre 2020 del Ministro dell’Interno al Presidente della Repubblica e nella Relazione della Prefettura di Messina al Ministro dell’Interno del 9 ottobre 2020 emergono chiari elementi sintomatici di anomali contatti degli esponenti politici e amministrativi dell’ente locale con soggetti appartenenti o vicini alle organizzazioni criminali che da anni operano sul territorio, elementi che risultano idonei ad avvalorare la proposta di adozione della misura» di scioglimento dell’amministrazione comunale.
In particolare “la relazione prefettizia evidenzia come desti particolare preoccupazione la fitta trama di relazioni, di affinità e di parentela che lega diversi membri facenti parte dell’amministrazione del Comune a personaggi di spicco dei sodalizi localmente dominanti e a soggetti che, direttamente o indirettamente, agiscono per gli interessi di questi»; e «tali legami diffusisi in maniera incontrollata all’interno dell’amministrazione hanno comportato quale conseguenza una costante e sistematica violazione delle norme poste a salvaguardia della trasparenza, dell’imparzialità e del buon andamento della pubblica amministrazione”. Sulla base di tutti gli elementi raccolti, quindi, “risultano fondati i timori e i presupposti che hanno condotto all’emanazione del provvedimento di scioglimento del Consiglio Comunale, basato su elementi di fatto suffragati da oggettive risultanze probatorie tali da manifestare un grado di infiltrazione mafiosa che va ben oltre il mero condizionamento e che rende pregiudizievole per la collettività il permanere dell’organo amministrativo alla guida della realtà comunale“.
L’ex sindaco di Tortorici, Emanuele Galati Sardo, nel gennaio del 2020 finì agli arresti domiciliari nell’ambito dell’operazione Nebrodi, quella dei 94 arresti che lunedì scorso (31 ottobre) è arrivata a sentenza con le 91 condanne. Galati Sardo lunedì è stato condannato dal Tribunale di Patti a 6 anni e 2 mesi, la Procura aveva chiesto 12 anni e 9 mesi. Pochi giorni dopo l’arresto, Galati Sardo tornò in libertà e fu presto reintegrato nella carica di sindaco. Quando il Consiglio dei ministri si pronunciò per lo scioglimento, nel dicembre del 2020, l’allora sindaco difese l’amministrazione e si dichiarò rammaricato per il provvedimento. Oggi arriva il rigetto del ricorso, pochi giorni dopo la condanna in primo grado.