La Commissione Straordinaria, incaricata della temporanea gestione del Comune di Tortorici, su conforme proposta formulata dal Responsabile del Settore Finanziario dell’Ente e acquisita la prescritta relazione dell’Organo di revisione economico-finanziaria, ha deliberato, con i poteri del Consiglio comunale, l’approvazione della proposta di dissesto finanziario.
L’adozione della rigorosa misura, che fa seguito a quella deliberata dal Consiglio Comunale di Tortorici il 7 ottobre 2016, seppur impopolare, si è resa inevitabile stante la cronica e perdurante situazione di default strutturale dell’Ente, già esistente nel momento di dichiarazione del dissesto nel 2016 e perdurante da anni, come peraltro rilevato con la deliberazione n.201/2015 della Sez regionale di controllo della Corte dei Conti per la Sicilia. L’Organo di controllo infatti, con la citata delibera, nel denegare l’approvazione del piano di riequilibrio economico finanziario all’epoca adottato, ha evidenziato che la situazione finanziaria del Comune, relativa agli anni antecedenti al 2016, appariva già fortemente compromessa, motivo per il quale il documento veniva giudicato non congruo ai fini del risanamento.
Il ricorso alla procedura straordinaria del dissesto si è rivelata una scelta obbligata, ricorrendo i presupposti di fatto di cui all’art 244 del Testo Unico, e peraltro inevitabile all’esito delle risultanze emerse da un’approfondita istruttoria avviata a seguito della segnalazione resa lo scorso mese di aprile ai sensi dell’art.153 comma 6 dal Responsabile del Settore Finanziario, all’indomani dell’approvazione dello schema del Rendiconto di gestione per l’esercizio finanziario 2021.
Già in quella fase i dati della gestione finanziaria hanno consegnato un cospicuo disavanzo di amministrazione le cui voci principali sono rappresentate dal Fondo crediti di dubbia esigibilità, sintomatico della scarsa capacita di riscossione delle entrate perpetuata negli anni dall’Ente e dal Fondo anticipazioni di liquidita a cui si è fatto sistematico ricorso negli anni per il pagamento di debiti pregressi e il cui onere di rimborso grava sul bilancio dell’Ente.
Tali fatti hanno pertanto indotto il Responsabile finanziario a comunicare che l’Ente si trova in una situazione di grave squilibrio finanziario, poiché non riesce a garantire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili né a far fronte alle criticità strutturali evidenziate e agli effetti del precedente dissesto, con le modalità previste dagli art. 193 e 194 del D.Lgs. 267/2000.
Non è stato possibile ricorrere all’ulteriore strumento di carattere straordinario del piano di riequilibrio economico finanziario di cui all’art. 243 bis del TUEL, seppur invocato dagli scriventi, in quanto con una successiva nota resa a firma congiunta dal Responsabile del Settore Finanziario, unitamente al Funzionario assegnato in posizione di sovraordinazione ai sensi dell’art. 145 del TUEL, è stata evidenziata l’impossibilità dell’Ente di accedere alla cennata procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, in quanto ritenuto strumento carente del requisito della sostenibilità economica finanziaria. Dagli accertamenti tecnici è risultato, infatti ed in particolare, l’alea di ottenere incrementi delle entrate fisse e l’impossibilità di individuare misure idonee ad assicurare il risanamento dell’Ente attraverso un piano di rientro per l’integrale copertura del debito pregresso.
Nello specifico, le cause che hanno determinato una irreversibile situazione di squilibrio strutturale di bilancio, rinvenibili nelle segnalazioni trasmesse alla Commissione Straordinaria dal Responsabile del Settore Finanziario, e condivise dall’Organo di revisione nella relazione resa ai sensi dell’art 246 tuel , si possono così sintetizzare:
Non è valsa ad evitare il ricorso alla procedura di dissesto finanziario, la forte azione posta in essere dalla Commissione Straordinaria per un’azione di recupero dei notevoli ritardi in precedenza registrati nell’adozione degli strumenti contabili.
In particolare si è provveduto, già all’indomani dell’insediamento, all’approvazione del rendiconto di gestione relativo all’anno 2019; hanno fatto seguito, in rapida successione ed in un breve arco temporale anche grazie all’impegno profuso dagli uffici, l’approvazione dei bilanci di previsione 2020/2022 e 2021/2023, nonché dei rendiconti di gestione per gli anni 2020 e 2021.
Nell’ottica peraltro del contenimento e razionalizzazione delle spese, nel corso dell’intero anno 2021, la Commissione ha adottato misure di riduzione della spesa corrente, procedendo:
Parallelamente, la Commissione Straordinaria, fin dal suo insediamento, si è imposta l’obiettivo di assumere le opportune iniziative occorrenti ai fini dell’incremento delle entrate.
Con il supporto della società incaricata nel novembre scorso della formazione e assistenza agli Uffici deputati alla riscossione delle entrate, è stata intensificata l’azione di recupero dei tributi con particolare riferimento a IMU, TARI e Canone idrico. A tal fine si è già proceduto, con il supporto della Software House, alla bonifica delle banche dati finalizzata a rintracciare, in relazione all’IMU ed alla TARI, i soggetti evasori totali e parziali per i quali si sta procedendo con l’emissione degli avvisi di accertamento. Analogamente, in relazione al canone idrico, gli Uffici hanno curato la trasmissione dei solleciti agli utenti morosi per le annualità pregresse a decorrere dal 2017, individuando le posizioni debitorie non ancora definite per le quali saranno emesse ingiunzioni di pagamento.
Inoltre, per ciò che concerne la TARI e il canone idrico è stata impartita apposita direttiva al competente Ufficio ai fini della riscossione dei ruoli coattivi. L’attività è oggi in corso di svolgimento.
Le iniziative in questione, in quanto ricomprese in un arco temporale troppo breve, non hanno potuto, però, dispiegare immediatamente i loro effetti, imprimendo un drastico cambiamento per avviare il Comune verso un reale percorso di risanamento.