Il ruolo del consigliere di opposizione è importante quanto quello del consigliere di maggioranza. Chi siede in minoranza ha il compito di vigilare sull’operato di chi amministra, di dare suggerimenti e anche aiuti, se necessario, nell’interesse della collettività. La maggioranza, dal canto suo, ha il dovere morale di ascoltare e favorire la partecipazione di chi rappresenta comunque una fetta della popolazione che, per essere ascoltato, non dovrebbe necessariamente escogitare strade e metodi alternativi.
Qualche mese a dietro i consiglieri comunali di Orgoglio Tusa (la minoranza all’opposizione del sindaco di Tusa, Angelo Tudisca) presentano una dettagliata interrogazione nella quale sollevano parecchie eccezioni su quanto l’Amministrazione comunale sta facendo sulla cosiddetta “Democrazia partecipata”, cioè sulla quota del 2% del bilancio comunale che per legge (pena la perdita dei fondi) deve essere spesa in base alle proposte dei cittadini.
Al comune di Tusa, al riguardo, sono pervenute ben quattro proposte. La Giunta potrebbe tranquillamente e legittimamente limitarsi a scegliere quella che preferisce ed invece si imbarca di propria volontà in un’avventura che avrà una conclusione ingloriosa: annullare tutto ciò che aveva deliberato. Viene infatti deciso e pubblicizzato che la scelta della proposta da adottare avverrà attraverso un sondaggio. Sembrerebbe una scelta di trasparenza e democrazia, ma il gruppo politico Orgoglio Tusa non ne sono per niente convinti e, nell’interrogazione, sollevano parecchi dubbi ed eccezioni.
Il primo è che le proposte sono sottoposte tutte al sondaggio senza il preventivo vaglio degli uffici comunali, così come prescrive il Regolamento del comune sulla Democrazia partecipata. La questione non è solo di forma, se infatti una proposta risultasse irrealizzabile o incompatibile con le norme dovrebbe essere esclusa a priori e lasciare che la scelta sia solo tra le proposte in regola.
Ma anche il sondaggio, per come viene concepito e realizzato dall’Amministrazione, fa acqua da tutte le parti. Innanzitutto non è un sondaggio (che rileva delle preferenze/opinioni) ma una scelta, quindi una votazione. Ed in quanto tale dovrebbe sottostare alle regole della votazione: stabilire chi ha diritto di voto, formare una commissione elettorale indipendente, poter verificare la possibilità di esercizio del voto, la veridicità del conteggio dei voti… Insomma tutto ciò che occorre per garantire la correttezza di una votazione. L’Amministrazione invece incarica la ditta che gestisce il sito comunale di allestire un sondaggio online, nel quale possono votare tutti i cittadini del mondo (Montecarlo, Etiopia, Filippine, Siberia…) purché abbiano un computer o smartphone. Non solo: si può votare anche più di una volta a persona, basta avere più apparecchi. Inoltre i risultati del sondaggio sono misteriosi ed imperscrutabili, solo i gestori del sito e l’Amministrazione possono seguirli.
Nell’interrogazione (pubblicata nella loro pagina facebook) i consiglieri di opposizione, rilevando queste grossolane violazioni del buon senso, prima e più che i regolamenti, suggerivano al Sindaco di fermarsi, revocare il sondaggio, seguire il regolamento. La risposta è stata di totale chiusura: “non si ritiene di revocare il sondaggio… sono stati rispettati i requisiti previsti ex lege garantendo come abitudine di questa Amministrazione i principi di Democrazia e di rispetto di quella che è la volontà dei Cittadini e di coloro i quali amano la Nostra Tusa. Anche in futuro l’Amministrazione adotterà atti seguendo lo spirito di cui alla Democrazia Partecipata”.
La risposta, prima che con le parole, era già arrivata con i fatti: una settimana dopo l’interrogazione e prima di rispondere ad essa, la Giunta comunale approvava una delibera nella quale riconosceva l’esito del “sondaggio” ed assegnava all’Ufficio tecnico le somme di “Democrazia partecipata” (11mila euro) per realizzare il progetto “vincitore”. Ma i consiglieri di Orgoglio Tusa non si arrendono. E rivolgono un quesito alla Segretaria comunale, riproponendo pari pari le loro contestazioni, e chiedendo un parere sulla regolarità della delibera. E la spuntano. La Segretaria Comunale infatti invia lo stesso quesito alla Giunta “per eventuali determinazioni di competenza… sulla regolarità della delibera di giunta comunale…come segnalato dal gruppo consiliare Orgoglio Tusa”.
Appena il giorno dopo la sollecitazione della Segretaria comunale, la Giunta si riunisce e vota l’annullamento (in autotutela) della Delibera contestata riportando nel dispositivo esattamente le motivazioni addotte dai consiglieri di Orgoglio Tusa fin dall’inizio. Insomma un dietro front totale ed una plateale pessima figura. Il giorno dopo il ritiro della delibera giunge anche il parere ufficiale della Segretaria Comunale: “si ritiene che il procedimento seguito in ordine all’adozione della deliberazione di giunta comunale non sia stato rispettoso del regolamento vigente…”. Fine.
“Abbiamo poco da dichiarare – afferma Arcangelo Longo, consigliere comunale di Orgoglio Tusa. I fatti sono eloquenti e parlano da soli. Sindaco e assessori hanno di che riflettere e ricavare qualche lezione per il futuro, se vogliono. Ci rammarichiamo che gli Uffici comunali, noi (e la stessa Giunta, per quanto se la sia cercata) abbiamo dovuto perdere tempo ed energie per la sorda ostinazione di qualcuno, che ha riconosciuto l’evidenza solo quando vi è stato costretto”.